24 febbraio 2024: i pacifisti in piazza per dire stop alla guerra in Ucraina e Palestina
Top

24 febbraio 2024: i pacifisti in piazza per dire stop alla guerra in Ucraina e Palestina

Il pacifismo non si arrende. E rilancia la sua sfida ai signori della guerra che marchiano il mondo: dall’Ucraina al Medioriente.

24 febbraio 2024: i pacifisti in piazza per dire stop alla guerra in Ucraina e Palestina
Preroll

Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

26 Gennaio 2024 - 00.23


ATF

Il pacifismo non si arrende. E rilancia la sua sfida ai signori della guerra che marchiano il mondo: dall’Ucraina al Medioriente.

Una battaglia di civiltà

Ad un mese dal secondo anniversario dall’invasione russa dell’Ucraina il movimento per la Pace e il disarmo italiano annuncia che si ritroverà ancora una volta in tutte le città d’Italia per chiedere di cessare il fuoco e percorsi negoziali di risoluzione dei conflitti. Si svolgerà infatti il 24 febbraio 2024 una Giornata di mobilitazione nazionale promossa dalle coalizioni “Europe for Peace” e “Assisi Pace Giusta”, che raccolgono centinaia di organizzazioni della società civile italiana. L’invito rivolto a tutte le reti territoriali della società civile che in questi mesi ha continuato ad attivarsi per la Pace è quello di organizzare manifestazioni, marce, eventi, momenti di silenzio, sit-in, convegni… per diffondere le richieste presenti nell’appello di convocazione collettivo: “Fermiamo la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo, la distruzione del Pianeta”.

Nel testo di convocazione diffuso ieri si legge come “Ormai le guerre si susseguono con ritmo ed intensità crescente. Iniziano ma non finiscono, alimentando solo la fiorente industria e il commercio immorale di armamenti. Stati e Governi sembrano aver perso la capacità di prevenire e gestire i conflitti mediante gli strumenti della diplomazia e della politica, con i quali far applicare e rispettare le convenzioni e il diritto internazionale”. Anche perché “La guerra è tornata ad essere uno strumento di regolazione dei conflitti, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’umanità e del pianeta. Ha preso corpo l’idea che l’ordine mondiale debba essere basato sullo scontro tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli”

Purtroppo l’elenco dei conflitti, delle guerre, delle violenze è lungo ed ogni giorno più sanguinoso, in particolare per quanto riguarda le situazioni in Ucraina e in Palestina ed Israele, senza però dimenticare le drammatiche condizioni in tanti altri Paesi.

Per questo, secondo le organizzazioni della società civile italiana, il percorso della Pace deve essere globale: “L’unica via per fermare la follia criminale delle guerre ed eliminare il rischio di un conflitto nucleare, è unire le forze, assumere le nostre responsabilità civiche e democratiche, schierarsi per la pace, per il diritto internazionale, per la riconversione civile e sostenibile dell’economia, promuovendo la cooperazione e la sovranità dei popoli, eliminando vecchie e nuove forme di colonialismo”.

Leggi anche:  Un mondo riarmista è un mondo da combattere


Per farlo occorre “costruire insieme una società globale pacifica, nonviolenta, responsabile, per consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto”

La guerra non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine. Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta.

La richiesta a movimenti, reti, associazioni, sindacati, parrocchie, comitati locali è quella di mobilitarsi insieme nelle piazze italiane, per ribadire il NO a tutte le guerre e il NO al riarmo, per costruire un mondo di pace, di sicurezza e di benessere per tutte e per tutti, per chiedere alle istituzioni italiane ed europee di scegliere la via della pace.



Gli impegni specifici che saranno al centro dell’iniziativa del prossimo 24 febbraio sono:

  • la messa al bando delle armi nucleari
  • la riduzione immediata delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e nonviolenta
  • la riconversione dell’industria bellica, che sta traendo immensi profitti dalle guerre e dai conflitti armati
  • l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza
  • la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, la fine dell’assedio e dell’isolamento di Gaza, il libero accesso agli aiuti umanitari e l’assistenza alla popolazione palestinese
  • il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania
  • la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina, per porre fine all’illegale occupazione russa e per costruire le condizioni di libertà, democrazia, convivenza e di sicurezza comune per l’Europa intera
  • il riconoscimento del diritto di asilo e la protezione a dissidenti, obiettori di coscienza, renitenti, disertori, profughi, difensori dei diritti umani, giornalisti, attivisti sociali e sindacalisti vittime della repressione politica in ogni contesto e nazione
  • il rafforzamento dell’azione umanitaria e di protezione dei diritti umani nei contesti di violenza strutturale (Afghanistan, Myanmar, Nagorno Karabakh, Iran…)
  • lo stanziamento dello 0,7% del PIL a favore della cooperazione allo sviluppo
  • la promozione di conferenze regionali di Pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, per ricostruire convivenza e sicurezza nelle regioni martoriate da guerre in Medio Oriente e in Africa, che coinvolgono milioni di persone che vengono uccise, espulse dalle proprie case, impoverite, costrette alle migrazioni forzate.
Leggi anche:  Un mondo riarmista è un mondo da combattere

 24 febbraio 2024
Giornata nazionale di mobilitazione nelle città italiane per il
CESSATE IL FUOCO IN PALESTINA ED IN UCRAINA
“Fermiamo la criminale follia delle guerre!” 
“L’Italia deve dire basta alla guerra!”
Lo deve dire ora!

La diplomazia dal basso ha il suo programma

L’Italia deve dire basta alla guerra!
Ormai le guerre si susseguono con ritmo ed intensità crescente. Iniziano ma non finiscono, alimentando solo la fiorente industria e il commercio immorale di armamenti. Stati e Governi sembrano aver perso la capacità di prevenire e gestire i conflitti mediante gli strumenti della diplomazia e della politica, con i quali far applicare e rispettare le convenzioni e il diritto internazionale. La conseguenza è che la guerra e la barbarie sono nuovamente tornate ad essere le uniche opzioni in campo. Basta, questa logica distruttiva va fermata.

Il teatro di guerra è globale.
La guerra è tornata ad essere uno strumento di regolazione dei conflitti, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’umanità e del pianeta. Ha preso corpo l’idea che l’ordine mondiale debba essere basato sullo scontro tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli. Le Nazioni Unite, come espressione di tutti i popoli del pianeta, sono umiliate e il diritto internazionale sostituito dalla forza della potenza militare, preludio della guerra globale: nella barbara “logica del più forte”, nessuno è disposto a perdere, ma nessuno ne uscirà davvero vincitore.

Si compiono i due anni di guerra in Ucraina, con centinaia di migliaia di morti, milioni i profughi in fuga ed un terzo del paese distrutto. In Siria, dopo tredici anni di guerra, i risultati sono centinaia di migliaia di morti e la distruzione di una secolare convivenza inter-religiosa e inter-comunitaria. In Africa, guerre e neo-colonialismo non hanno mai cessato di coesistere e di schiacciare le speranze di democrazia e di libertà.

L’ultimo e più drammatico esempio di questa spirale distruttiva è ancora una volta in Medio Oriente, con l’atroce attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, che ha provocato 1200 vittime e più di 200 persone prese in ostaggio, con stupri di guerra sulle donne israeliane; ne è conseguito l’assedio della Striscia di Gaza da parte del governo israeliano con bombardamenti a tappeto, uccidendo più di 24000 palestinesi, inclusi bambini, donne e anziani, la distruzione di ospedali, scuole, presidi delle Nazioni Unite, il taglio dei rifornimenti di carburante, cibo, acqua, assistenza sanitaria. Una escalation di crimini di guerra, che condanniamo e che debbono essere fermati immediatamente per affrontare politicamente e culturalmente le cause che li hanno determinati, applicando il diritto internazionale, il diritto di autodeterminazione di entrambi i popoli, come riconosciuto dalle risoluzioni delle Nazioni Unite.

Leggi anche:  Un mondo riarmista è un mondo da combattere

E l’elenco dei conflitti, delle guerre, delle violenze purtroppo non finisce qui.

Il percorso della Pace deve essere globale 
L’unica via per fermare la follia criminale delle guerre ed eliminare il rischio di un conflitto nucleare, è unire le forze, assumere le nostre responsabilità civiche e democratiche, schierarsi per la pace, per il diritto internazionale, per la riconversione civile e sostenibile dell’economia, promuovendo la cooperazione e la sovranità dei popoli, eliminando vecchie e nuove forme di colonialismo insieme alla politica dei “due pesi e due misure”, alla sicurezza impostata sulla deterrenza nucleare e sui blocchi militari contrapposti; abbiamo il compito di costruire insieme una società globale pacifica, nonviolenta, responsabile, per consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto. Non ci sarà giustizia sociale e climatica, lavoro dignitoso e piena democrazia in un mondo sempre più in guerra, che usa le risorse per la morte e non per la vita, nel quale la giustizia, il diritto internazionale e umanitario vengono calpestati nell’impunità dei colpevoli.

La guerra non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine. Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta. Per tutto questo, chiediamo nuovamente a movimenti, reti, associazioni, sindacati, parrocchie, comitati locali, di mobilitarsi insieme nelle piazze italiane, per ribadire il NO a tutte le guerre e il NO al riarmo, per costruire un mondo di pace, di sicurezza e di benessere per tutte e per tutti, per chiedere alle istituzioni italiane ed europee di scegliere la via della pace…”.

Il 24 febbraio. Una data da segnare in rosso. Globalist ci sarà. 

Native

Articoli correlati