Immenso Zanardi: trascina per 17 km un ragazzo che rischiava il ritiro
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Immenso Zanardi: trascina per 17 km un ragazzo che rischiava il ritiro

Il pluripremiato atleta delle Paralimpiadi racconta la sua appassionante avventura alla gara di handbike a Venezia. E dimostra di essere un vero campione. [Xavier Jacobelli]

Immenso Zanardi: trascina per 17 km un ragazzo che rischiava il ritiro
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30 Ottobre 2012 - 15.00


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di Xavier Jacobelli

Alex Zanardi, 46 anni, non finisce di stupire per il suo coraggio e per la sua generosità.

L’eroe delle Paralimpiadi Londra 2012 (due ori e un argento) stava partecipando alla Maratona Handbike di Venezia quando si è accorto delle difficoltà in cui si trovava Eric Fontanari, 17 anni, un ragazzo paraplegico, capace di arrivare sino al venticinquesimo chilometro, ma flagellato dal vento e dalla pioggia battente.

Ha raccontato Zanardi al sito racing.it: “E’ stata un’avventura pazzesca. Eric ha iniziato a patire il freddo con degli spasmi muscolari e non riusciva più a tenere la sua handbike che piegava tutta a sinistra. A quel punto ho capito che era troppo rischioso arrivare in queste condizioni a Venezia per cui ho deciso di sganciare la ruota anteriore di Eric e agganciare il suo mezzo al mio con una corda trovata per caso sul percorso, spuntata da un bidone della spazzatura. Abbiamo smontato la ruota anteriore della carrozzina di Eric, l’ho legato dietro a me e siamo ripartiti. Sembravamo l’A-Team”.

“Il bello doveva ancora venire perchè qualche chilometro dopo mi si rompeva la guaina del cambio e tutto ciò mi ha costretto ad utilizzare un rapporto durissimo e fare una fatica incredibile. Poi, miracolosamente, ho trovato un nastro e ho ‘steccato’ la guaina rotta attorno al freno. In questo modo sono riuscito a cambiare di nuovo e rendere quindi più facile la mia pedalata. Inoltre, ero troppo incitato da Eric che dietro di me urlava ‘vai trattore che ce la facciamo, arriviamo al traguardo!’. Iniziavano così i 13 ponti di Venezia dove facevo fatica a tenere l’handbike perché la ruota anteriore slittava, visto che tutto il peso era sbilanciato all’indietro. Avevamo il pubblico e i volontari ad aiutarci, sapevamo che il traguardo era vicino e non potevamo mollare”.

“Dopo l’ultimo ponte mi sono fermato per attendere l’accompagnatore in bicicletta che avrebbe dovuto portarmi la ruota anteriore dell’handbike di Eric, perché volevo fosse lui a transitare per primo sul traguardo. Purtroppo, l’accompagnatore non è mai arrivato e così ho deciso di trainare Eric fino a 1 centimetro dall’arrivo, sono sceso dalla mia handbike e, come già fatto lo scorso anno con Francesco, ho fatto in modo che fosse il suo corpo a transitare per primo sotto la linea di arrivo. E’ stata durissima ma anche stavolta un’emozione incredibile: non potevo arrendermi, perché Eric ci ha creduto dal primo all’ultimo metro”.

Caro Zanardi, lei è un Eroe.

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