Juve-Shakhtar, un brutto pareggio
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Juve-Shakhtar, un brutto pareggio

Esordio in Champions amaro per i bianconeri davanti al proprio pubblico. Squadra stanca e poco incisiva, ora rischia. Decisiva la doppia sfida contro il Nordsjaelland.

Juve-Shakhtar, un brutto pareggio
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3 Ottobre 2012 - 10.00


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Partita complicata per i bianconeri quella di ieri sera allo Juventus Stadium, sbloccata da Texeira per lo Shakhtar. Al 24° Bonucci pareggia con un gran gol su angolo di Pirlo. Nella ripresa tanta sofferenza e poca sostanza nonostante qualche occasione da gol mancata.

Lo aveva sottolineato Giorgio Chiellini in conferenza stampa pre-gara. Questa partita sarebbe stata difficile: forse non tutti i suoi compagni hanno seguito la conferenza di Giorgio e alcuni hanno sottovalutato la gara. La distinzione tra campionato e Champions per i giocatori deve essere abbastanza chiara: tutti devono capire che il campionato è una cosa, la Champions league è un’altra. Se in campionato puoi permetterti di rifiatare anche per venti minuti a seconda chiaramente dell’avversario che hai davanti, in champions questo non può avvenire. Tutte le squadre, anche la meno tecnica (non era il caso chiaramente dello Shakhtar che è tatticamente e tecnicamente una squadra forte), devono essere considerate temibili, entrando in campo sempre concentrati e tatticamente perfetti.

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Dico questo perché adesso, nella doppia sfida contro il Nordsjaelland, la squadra non dovrà pensare minimamente di aver già conquistato sei punti. Se dovessimo pensare ciò, credo che l’eliminazione da questa competizione sarebbe automatica, altrimenti tutto ancora sarà in gioco, nonostante il ritardo di due punti su Chelsea e Shakhtar. Lucescu avrà visto più volte la gara di Firenze e non quella con la Roma, attuando la stessa tattica che dispose la scorsa settimana Vincenzo Montella. Pressing alto, non facendo ragionare il centrocampo, chiusura sulle fasce, con un baricentro “alto” e un possesso palla importante. La Juventus a mio avviso, per la prima volta in questo tour de force di gare, ha risentito a livello fisico la partita, con troppi uomini “spremuti”. Mi riferisco soprattutto a Vidal molto stanco, Vucinic poco lucido, Matri non all’altezza, Pirlo a corrente alternata e Lichsteiner meno brillante del solito, insieme alla poca voglia di correre di Asamoah.

Nel gioco di Conte, quando viene a mancare il centrocampo e la poca continuità degli esterni, la squadra diventa prevedibile e soprattutto “rivedibile” tatticamente. Il centrocampo è l’arma decisiva di tutto il gioco bianconero, infatti anche con il cambio delle due punte, la musica non è cambiata, perché non c’era supporto fisico, con un forte scollegamento di tale reparto, dato che quando uno tra Vidal, Marchisio o Pirlo si assenta, la squadra barcolla (vedi stasera la totale assenza di Vidal e la prestazione alternata con alti e bassi di Pirlo). Ecco in che cosa bisogna intervenire: Conte dovrà studiare delle variazioni tattiche soprattutto quando alcune squadre come la Fiorentina in campionato e lo Shakhtar stasera “ingabbiano” Pirlo e il centrocampo, bloccando anche le fasce laterali.

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L’unico reparto che è stato più compatto è stata la difesa, con un Bonucci che ha realizzato il gol del pareggio, inventandosi una rete da vero centravanti. Possiamo considerarlo il migliore in campo dei bianconeri, insieme a Marchisio, l’unico a centrocampo che ha dato l’anima, nonostante il poco appoggio dei suoi compagni di reparto.

Concludo con una considerazione sul pubblico presente: non capisco come è possibile, nella gara di esordio in Champions in casa, che i tifosi, soprattutto quelli della curva, si siano addormentati, non sostenendo la squadra neanche all’inizio della gara quando ancora il risultato era fermo sullo 0-0. Il pubblico fin adesso è stato il dodicesimo uomo in campo e per la prima volta ha “toppato” con il tifo, lasciando da sola la squadra. La prova lampante è stata l’incitazione di Chiellini al pubblico durante la gara, guarda caso quando lo stesso Giorgio aveva chiesto ai tifosi bianconeri in conferenza stampa pre-gara il loro incitamento.

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