La variante Deltacron è solo un errore di laboratorio: "Con ogni probabilità si tratta di un artefatto"
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La variante Deltacron è solo un errore di laboratorio: "Con ogni probabilità si tratta di un artefatto"

"Le 24 sequenze depositate dai ricercatori ciprioti sono state analizzate abbastanza nel dettaglio: con ogni probabilità si tratta di un artefatto"

La variante Deltacron è solo un errore di laboratorio: "Con ogni probabilità si tratta di un artefatto"
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10 Gennaio 2022 - 14.13


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Tanta paura per nulla. La variante Deltacron, versione del virus SARS-CoV-2 frutto di un’ibridazione della variante Omicron con quella Delta, potrebbe essere il frutto di un errore di analisi di laboratorio. E’ il sospetto circola nella comunità scientifica. “Le 24 sequenze depositate dai ricercatori ciprioti sono state analizzate abbastanza nel dettaglio: con ogni probabilità si tratta di un artefatto”, dice all’Ansa il ricercatore Marco Gerdol.

Fenomeni di ricombinazione – “E’ pressoché certo che una variante ibrida tra Delta e Omicron si possa generare perché fenomeni di ricombinazione sono ben note e sono già state osservate, per esempio, tra la variante Alfa e quella Delta”, ha sottolineato lo scienziato.

La versione dei ricercatori di Cipro – Leonidos Kostrikis, a capo del laboratorio di Biotecnologia e Virologia molecolare dell’Università di Cipro, in un’intervista a Bloomberg ha ribadito la correttezza dei loro dati, sostenendo che l’errore è improbabile dal momento che i genomi sono stati analizzati in diverse procedure e in più di un Paese. E’ stata inoltre riscontrata almeno una sequenza provenienti da Israele con le caratteristiche di Deltacron.

Le obiezioni cipriote però non convincono i ricercatori. “Se andassimo ad analizzare tutti i genomi potremmo trovare migliaia di casi apparentemente ibridi”, ha affermato Gerdol. Alcuni studi fatti in passato hanno però rilevato che “solo il 30% delle sequenze che sembrano ibride lo sono realmente. Il più delle volte si tratta di semplici errori di sequenziamento, che non sono rari nel momento in cui diverse decine di campioni vengono analizzate in parallelo. Inoltre, sappiamo da tempo che alcune regioni genomiche sono più sensibili a questi tipi di contaminazioni e sono proprio quelle interessate da queste 24 sequenze”.

“Non c’è da preoccuparsi” – “Al momento, quindi, non c’è preoccupazione. Inoltre, qualora si verificasse una ricombinazione tra Delta e Omicron, non c’è nessun motivo di ritenere a priori che la nuova ipotetica variante debba prendere il ‘peggio’ delle due, cioè la maggiore virulenza di Delta e la più alta trasmissibilità di Omicron”, ha concluso Gerdol.

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