L'immunologo Minelli: "Mai Evitare paure e fidarsi della scienza"
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L'immunologo Minelli: "Mai Evitare paure e fidarsi della scienza"

Il responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata: "Dovremmo noi decelerare sugli entusiasmi e sugli annunci ottimistici di lunga prospettiva e, magari, a reti unificate"

L'immunologo Minelli: "Mai Evitare paure e fidarsi della scienza"
L'immunologo Mauro Minelli
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16 Dicembre 2021 - 19.57


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Basta fake news, basta avere paura della scienza.

“Quello che vedo (e non ‘pre-vedo’, perché a nessuno di noi è stato concesso il dono della preveggenza) è una nuova montante preoccupazione per un sistema che potrebbe non reggere una nuova grossa ondata di contagi quale sembra prefigurarsi all’orizzonte. Sarà bene allora affrontarla con gli strumenti a tutti noi già noti, dalla mascherina al vaccino, ma dobbiamo essere forti dei dati che solo ieri ci ricordavano come il 15 dicembre 2021 il tasso di letalità Covid in Italia fosse uguale allo 0,5% rispetto al 5,6% del 15 dicembre 2020. Lo ripeteremo con serietà e con disponibilità all’ascolto, certi come siamo che i pazienti si fidano del medico, più che del politico, e a lui si affidano quando ne percepiscono la serietà”. 

Così Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, facendo il punto della situazione epidemiologica.

“Credo che più che accelerare il Governo nel prepararci a nuove strette – sottolinea – dovremmo noi decelerare sugli entusiasmi e sugli annunci ottimistici di lunga prospettiva e, magari, a reti unificate. Voglio dire che, continuando di questo passo, riusciremo perfino a comprendere pienamente le paure e lo scetticismo di chi oggi, alla vigilia di una nuova stretta, è convinto che dietro ai vaccini ci sia chissà che cosa”.

Secondo Minelli, “accettare la metafora della ‘guerra’ contro il Covid ci ha portati per forza di cose ad accogliere il concetto di nemici contro cui combattere e da individuare non solo nel coronavirus, di nuovi confini da superare lancia in resta, di feriti e morti da contare. Finché poi non arriva il tempo, al quale questo virus con le sue varianti ci ha purtroppo abituato, in cui a prevalere finalmente dovrebbe essere non già la rivalsa del vincitore del momento, ma la capacità di ‘prendersi cura’ – osserva – di recuperare in pieno l’autorevolezza di una comunicazione medica, ancor prima che politica, serena, franca e senza cedimenti, avere il coraggio di affrontare senza boria o presunzione i nuovi dubbi, le perplessità oggettivamente montanti, le paure paralizzanti”.

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