Il molnupiravir è la pillola anti-Covid che dimezza ricoveri e decessi
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Il molnupiravir è la pillola anti-Covid che dimezza ricoveri e decessi

Un'analisi dei dati su 775 pazienti, fa sapere ancora Merck, ha mostrato che nessuno dei soggetti che aveva ricevuto il molnupiravir era morto durante i primi 29 giorni dello studio, a fronte di 8 decessi tra chi aveva assunto un placebo

Molnupiravir, farmaco
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1 Ottobre 2021 - 14.54


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Un nuovo farmaco, ancora in fase sperimentale, il molnupiravir, pillola antivirale prodotta da Merck, sarebbe efficace nella lotta contro il Covid poiché dimezza il rischio di ricovero e morte nei pazienti .
La compagnia farmaceutica ha comunicato che il suo nuovo medicinale antivirale sperimentale contro la Covid-19, si è dimostrato efficace contro tutte le varianti fino a questo momento conosciute del virus, anche contro la Delta. La sua efficacia si è riscontrata nel corso dei vari test di laboratorio effettuati fino a questo momento.
Merck ha fatto sapere di aver concluso la fase 3 di uno studio clinico, dopo che un’analisi ad interim aveva mostrato che il 7,3% dei pazienti che avevano ricevuto il farmaco erano morti, mentre tra coloro che avevano ricevuto un placebo il tasso di decessi è risultato pari al 14,1%.
Un’analisi dei dati su 775 pazienti, fa sapere ancora Merck, ha mostrato che nessuno dei soggetti che aveva ricevuto il molnupiravir era morto durante i primi 29 giorni dello studio, a fronte di 8 decessi tra chi aveva assunto un placebo.
Se il farmaco venisse approvato, diventerebbe il primo del suo genere. La pillola va assunta due volte al giorno per cinque giorni da chi si è visto diagnosticare di recente il Covid-19. Merck ha riferito che chiederà l’autorizzazione di emergenza in Usa entro le prossime due settimane per poi domandarla in altri Paesi.
Il farmaco, fa sapere l’azienda, ha dimostrato una “efficacia consistente” nei confronti di numerose varianti del nuovo coronavirus, compresa la variante Delta. Tutti i pazienti coinvolti nello studio presentavano almeno un fattore di rischio, come il diabete, l’obesità o l’età avanzata.
“Essendo il primo antivirale orale che mostra un beneficio nei pazienti di diagnosi recente, è piuttosto notevole”, ha commentato Nick Kartsonis, vicepresidente della ricerca clinica di Merck, “è chiaramente un importante punto di svolta nell’evoluzione della nostra lotta contro il Covid-19”.
Merck prevede di produrre 10 milioni di cicli di trattamento entro la fine dell’anno. Il governo degli Stati Uniti ha firmato un accordo per ottenerne circa 1,7 milioni. L’antivirale è stato prodotto in partnership con la Ridgeback Biotherapeutics, una compagnia di Miami a conduzione familiare. Finora gli unici trattamenti disponibili per curare il Covid-19 erano gli anticorpi monoclonali prodotti da Regeneron, Eli Lilly e GlaxoSmithKline, che vengono somministrati per via intravenosa.

L’avvento di una pillola antivirale è considerato dagli esperti una tappa fondamentale nella lotta per porre fine alla pandemia. La necessità che il farmaco, per essere efficace, preveda che il Covid-19 sia stato diagnosticato di recente pone nondimeno una sfida alle autorità sanitarie. Un precedente test svolto su pazienti ricoverati aveva infatti avuto risultati deludenti.

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