Burioni lancia l'allarme: "Attenzione alle scuole, più casi di Delta tra i bambini"
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Burioni lancia l'allarme: "Attenzione alle scuole, più casi di Delta tra i bambini"

Il virologo: "Il virus non è quello dell'anno scorso. Il modo con il quale possiamo proteggere bambini che non si possono ancora vaccinare è la vaccinazione degli adulti"

Roberto Burioni
Roberto Burioni
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29 Luglio 2021 - 12.45


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Nessuno deve essere lasciato indietro: proteggiamo i bambini dalla variante Delta vaccinandoli al più presto, mentre gli adulti che ancora non si sono vaccinati lo facciano al più presto.

“Sappiamo che Covid-19 è molto meno pericoloso per i bambini che per gli adulti, ma con la vaccinazione dei più grandi e la presenza di un virus molto più contagioso aumenta la percentuale dei casi tra i bambini non vaccinati e aumentano anche i casi gravi tra i più piccoli, negli Usa si vede soprattutto negli stati dove i vaccinati sono pochi e il virus circola ancora molto intensamente”.

A scriverlo è il virologo Roberto Burioni sulla sua pagina Facebook Medical Facts, condividendo la notizia dell’aumento delle ospedalizzazioni pediatriche per coronavirus in Arkansas, negli Stati Uniti. 

Il professore di Virologia all’Università San Raffaele prosegue: “Un suggerimento a tutti quelli che stanno prendendo decisioni politiche riguardo alla riapertura delle scuole: non pensate di avere a che fare con un virus come quello dell’anno scorso. Il virus è molto, molto, molto più contagioso e le misure preventive che hanno funzionato nello scorso inverno potrebbero non funzionare ora.
Infine, una raccomandazione: il modo con il quale possiamo proteggere bambini che non si possono ancora vaccinare è riducendo la circolazione del virus attraverso la vaccinazione di tutti quelli che si possono vaccinare. Questo potrebbe cambiare molto in meglio la situazione”.

Un altro post del professore di virologia cita i dati a 6 mesi dalla sperimentazione di Pfizer: “La protezione contro la malattia sintomatica rimane molto alta anche se sta lievemente scendendo nel tempo (96% a 2 mesi, 90 a 4 mesi, 84% a 6 mesi) però è ancora troppo presto per stabilire la necessità di un richiamo (che non sarebbe una tragedia, lo facciamo per tanti altri vaccini, lo faremo anche per questo!)”.

“Il dato veramente positivo, da festeggiare, è che l’efficacia contro la malattia grave è inchiodata e ferma al 97% anche dopo 6 mesi. Questo ci permette di considerare con tranquillità e senza urgenza se fare o meno un richiamo”, conclude Burioni.

Sempre in queste ore tramite Facebook il virologo ha condiviso i risultati di uno studio apparso sul NEJM (The New England Journal of Medicine), che le infezioni dei vaccinati. “Nessuno grave, nessuno ricoverato e soprattutto nessuno dei vaccinati che si sono ammalati ha contagiato altri individui”, scrive Burioni specificando però che  lo studio ha alcuni limiti: “Lo studio risale alla variante alfa (con delta potrebbe andare peggio); sono coinvolti operatori sanitari, quindi tutti giovani e in salute”.

 

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