Crisanti: "Non esiste il rischio ragionato, quanti morti possiamo sopportare per riaprire?
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Crisanti: "Non esiste il rischio ragionato, quanti morti possiamo sopportare per riaprire?

Il microbiologo dell'Università di Padova accusa: "L'Italia soffre di analfabetismo scientifico"

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19 Aprile 2021 - 19.40


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Andrea Crisanti, a cui tutti riconoscono il “piglio” pragmatico e il suo andare sempre dritto al nocciolo della questione, commenta in maniera scettica le decisioni del governo sulle riaperture: “Sono favorevolissimo alle aperture purché ci sia una metrica su cui confrontarci e valutare il rischio.
Il rischio ragionato non esiste, è una metafora politica: quanti morti siamo disposti a sopportare per riaprire?”.
Lo ha detto il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova.
“Basta vedere cosa sta succedendo in Cile per vedere cosa significa riaprire in condizioni non ottimali di vaccinazione – aggiunge – Ha riaperto tutto e si è ritrovato nel mezzo di una esplosione”.
“Penso che l’Italia soffra di un analfabetismo scientifico.
Al comitato tecnico scientifico all’inizio c’erano burocrati e persone che non avevano mai messo piede in un laboratorio di microbiologia, adesso abbiamo membri del Comitato Scientifico che a giugno hanno detto che il virus era morto e minimizzato a ottobre. Avremmo dovuto aspettare un po’ di settimane ancora per riaprire – continua – avremmo fatto tutto in sicurezza.
Mi preoccupa il totale dilettantismo con cui vengono prese determinate decisioni.
I dati dell’Inghilterra dimostrano, come in Israele, che tutto quello che sta intorno alla scuola crea occasioni di contagio.
Nel momento in cui sono state riaperte le scuole la discesa dei contagi è rallentata. Tuttavia, se avessi dovuto decidere tra riaprire la scuola o i ristoranti mi assumerei il rischio con la scuola”.

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