Gregorio (Sip): "Per paura del contagio in ospedale sono aumentati i parti domiciliari"
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Gregorio (Sip): "Per paura del contagio in ospedale sono aumentati i parti domiciliari"

La pediatra dei consultori familiari Asl Cagliari: "Nonostante l'ospedale fosse il luogo più sicuro per partorire, anche la paura della solitudine del marito è stata una causa"

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15 Gennaio 2021 - 08.21


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La prima fase della pandemia ha fatto paura a molte persone, soprattutto alle madri, che hanno deciso di frequentare sempre meno gli ospedali.

“Durante la prima fase della pandemia c’è stato un enorme incremento dei parti domiciliari, nonostante l’ospedale era comunque il luogo più sicuro per partorire. Questa scelta delle donne è stata determinata sia dalla paura del contagio che dalla paura della solitudine del marito”.

Lo dichiara Maria Giuseppina Gregorio, pediatra dei consultori familiari Asl Cagliari e membro del gruppo di studio di Storia della pediatria della Società italiana di pediatria (Sip), analizzando le paure e i comportamenti dell’essere umano durante le epidemie nel corso del congresso straordinario Sip.

In particolare, la pediatra si sofferma sui capri espiatori di questa pandemia, che sono stati “prima i cinesi, poi i filippini, i contagiati che non hanno rispettato la quarantena e i lombardi. Questo comportamento – spiega Gregorio – è scaturito dalla rabbia e dalla frustrazione. In tempi antichi, per far terminare un’epidemia, si reagiva offrendo in sacrificio vittime umane o animali – ricorda Gregorio – e questo è un meccanismo di tipo sociale che è sempre esistito”.

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Tornando ai giorni nostri “Siamo passati – prosegue l’esperta – da un periodo in cui c’era un’eccessiva medicalizzazione e una fiducia cieca nei confronti della scienza, alla pandemia che ci impone una riflessione etica per cui non bisogna pensare ai profitti troppo alti ma agli individui. Dobbiamo lavorare – conclude – sul sociale, sulla comunicazione e sulle mamme che sentono molta paura nei confronti del virus e del futuro, soprattutto a causa della solitudine e dal fatto che devono reinventare le regole di comportamento affettivo”.

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