Il fisico Battiston: "In Lombardia l'indice Rt non scende più, c'è qualcosa di strano"
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Il fisico Battiston: "In Lombardia l'indice Rt non scende più, c'è qualcosa di strano"

Secondo Artom e Battiston la causa è da ricercare in "quanto è accaduto nelle nostre città a partire da metà settembre, vale a dire alla riapertura degli uffici e alla ripresa della scuola"

Il fisico Battiston
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10 Dicembre 2020 - 08.27


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Arturo Artom, fondatore di Confapri, e il fisico Roberto Battiston  hanno lanciato l’allarme su un dato molto importante nella lettura della seconda ondata di Coronavirus: “Sta accadendo qualcosa di strano in Lombardia. Come aggiornato quotidianamente su www.robertobattiston.it, da una decina di giorni, nella Regione l’indice Rt, ha smesso di scendere. Dopo aver raggiunto intorno al 25 novembre il valore minimo dall’inizio dell’autunno, sotto 0.7, l’indice Rt continua ad oscillare attorno a 0,8 mentre in molte altre regioni continua a scendere verso valori più bassi. Si tratta di un dato che deve far riflettere, soprattutto perché non risulta facile spiegare la ragione di questa stasi”.

Per i due esperti “occorre tenere in considerazione allo stesso tempo i grafici della curva degli infetti e dell’indice Rt nazionale e della Lombardia, la regione più colpita dall’epidemia anche in questa seconda ondata. Partendo dalla Lombardia e da inizio settembre, il primo dato che balza all’occhio è la discesa dell’indice Rt fino al valore di 1.0 a fine mese e la sua rapida risalita a partire dall’inizio del mese di ottobre”. “Considerazioni simili – evidenziano Artom e Battiston – si possono fare a livello nazionale dove Rt era sceso a circa 1.15 a fine settembre. Se teniamo in considerazione il fatto che il numero di infetti rappresenta l’effetto di dinamiche sociali risalenti ad una decina di giorni precedenti, risulta evidente come la rapida ripresa del contagio avuta dall’inizio di ottobre e che identifichiamo come “seconda ondata” non sia dovuta ai comportamenti estivi, bensì a quanto è accaduto nelle nostre città a partire da metà settembre, vale a dire alla riapertura degli uffici e alla ripresa della scuola: non tanto o solo per i contatti all’interno degli edifici e delle scuole, quanto anche per l’affollamento sui mezzi pubblici e, in generale, per una ripartenza priva di un’adeguata programmazione”.

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Artom e Battiston evidenziano che “intorno al 23 ottobre la curva cambia in modo drastico e l’indice Rt in tutte le regioni italiane, con poche differenze, torna a scendere. La dinamica della discesa è altrettanto repentina della crescita precedente, con una curva che assume, in Lombardia ma anche nella media nazionale, la forma di una “V” rovesciata. Se andiamo a vedere la causa di questo repentino cambio di direzione, scopriamo che dieci giorni prima, il 13 ottobre, era entrato in vigore il Dpcm con nuovi provvedimenti restrittivi: obbligo della mascherina sempre all’aperto, divieto di feste al chiuso, fine della Movida con il divieto di sostare fuori dai locali dalle 21:00 e la chiusura dei bar e ristoranti a mezzanotte. I dati quindi dimostrano come il combinato disposto di queste misure abbia avuto effettivamente un impatto notevole sulla trasmissibilità del contagio, consentendo la rapida discesa dell’indice che prosegue nel mese successivo”.

Il 6 novembre entra in funzione la suddivisione dell’Italia in tre fasce di colori, giallo, arancione e rosso. Per Artom e Battiston, però, “gli effetti di questo provvedimento, che nelle regioni “rosse” introduce misure molto severe non sembrano però comportare ulteriori miglioramenti nella velocità di discesa di Rt. Non solo, se andiamo a vedere cosa succede in Lombardia 20 giorni dopo l’introduzione delle nuove misure restrittive, notiamo dal 27 novembre l’arresto della discesa dell’Rt.

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Nella ricerca di possibili cause non si può escludere che le nuove misure abbiamo avuto effetti controproducenti: costringere gli abitanti di città medio-grandi entro i confini dei propri comuni può aver in qualche modo favorito nuovi contatti o assembramenti tali da determinare una ripresa del contagio. Il dato – concludono – va certamente analizzato rapidamente, senza pregiudizi riguardo alle misure prese: ci permettiamo di sottolineare questa dinamica quantomeno “anomala”, con l’obiettivo di sollevare il problema, auspicando che la riflessione su questi dati ci renda più certi del percorso intrapreso e più pronti ad agire per contenere la diffusione del virus nelle prossime settimane”.

 

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