Bere Coca Cola non è come bere un biccher d'acqua
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Bere Coca Cola non è come bere un biccher d'acqua

La botta di zuccheri e caffeina ha delle reazioni particolari sul nostro corpo. Il farmacista britannico Niraj Naik ha cercato di riassumerli.

Bere Coca Cola non è come bere un biccher d'acqua
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19 Agosto 2015 - 12.11


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Bere una Coca Cola è un gesto comune per molti, ma non è come bere un bicchiere d’acqua. E non solo per il sapore: zuccheri e caffeina hanno effetto nel nostro corpo, non dobbiamo dimenticarlo.

Un blog curato dal farmacista britannico Niraj Naik ha cercato di riassumerli.

PRIMI 10 MINUTI

Entrano nel tuo corpo 10 cucchiaini di zucchero: siamo al 100% della dose giornaliera consigliata

20 MINUTI

Lo zucchero nel sangue raggiunge l’apice: è il picco di insulina. Il fegato deve trasformare tutto questo zucchero in grassi.

40 MINUTI

La caffeina è stata assunta, le pupille sono dilatate e la pressione sale.

45 MINUTI

Il corpo stimola la produzione di dopamina e questo stimola i centri del piacere del nostro cervello.

1 ORA

Il tuo metabolismo accelera perché o: l’acido fosforico lega insieme calcio, magnesio e zinco nel tuo intestino.

A seguire arriverà anche la fase di ‘down’, dato che il nostro corpo avrà un crollo della glicemia. L’acqua contenuta nella bibita sarà uscita con l’urina, ma il corpo non avrà assorbito i nutrienti dato che le alte dosi di zucchero fanno aumentare l’escrezione urinaria di calcio.

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‘In molti casi, chiedo di rimpiazzare bevande come la Coca Cola con acqua naturale (magari con un po’ di limone per darle sapore) o con il tè verde. Consiglio anche di utilizzare dolcificanti naturali. I risultati sono notevoli. Ma ci sono 1,6 miliardi di bottiglie di Coca Cola vendute ogni giorno nel mondo. Nonostante non abbia un contenuto così alto di sciroppo di glucosio fruttosio, la Coca Cola contiene caffeina e sali raffinati. Il consumo regolare di questi ingredienti, soprattutto in dosi massicce, può aumentare il rischio di obesità, diabete, malattie cardiache e pressione alta’, spiega Niraj Naik.

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