Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana e parlamentare di Avs, in un’intervista a Il Manifesto parla del suo ottimismo verso le elezioni Europee, tanto da indicarle come l’inizio della fine della frammentazione della sinistra.
«Abbiamo scelto di correre alle europee con il simbolo di Avs per una questione di credibilità. È la conferma di un impianto, di una proposta politica. Mi sento di dire che il 9 giugno verranno eletti diversi parlamentari europei di Avs. E abbiamo scelto di mettere in campo una proposta aperta nel senso pieno della parola: perché non si considera autosufficiente e vuole costruire accumulazione di forza, credibilità e radicamento. Il risultato di queste elezioni europee ci darà elementi di valutazione ma possiamo già dire che siamo in una fase nuova. E che possiamo chiudere la lunga stagione di irrilevanza, fragilità e frammentazione a sinistra».
«Siamo quelli che con più chiarezza dicono quello che pensano sulla redistribuzione della ricchezza e sulla necessità di una patrimoniale, sul lavoro siamo nettamente al fianco della Cgil e dei referendum per cancellare la precarietà. Diciamo nettamente come la pensiamo su guerra e pace e sulla conversione ecologica. Ma nello stesso tempo siamo tra i più determinati nella costruzione dell’alternativa. Non dipendete tutto da noi, ma questa urgenza si pone e da lunedì prossimo si porrà con maggiore forza: il rifiuto di rassegnarsi all’idea che Meloni debba restare per sempre al governo».
Poi l’attacco al governo Meloni.
«La destra ha fatto un Def senza numeri per non fare scelte lacrime e sangue prima delle elezioni. Meloni gioca una partita tutta interna alla sua coalizione, punta a confermare e consolidare il suo primato ma è una prospettiva cieca, perché non ha sbocchi sul piano politico. E forse non ha sbocchi neanche rispetto alla governance europea: vedremo se i suoi elettori ci staranno».
«E le ultime performance della presidente del Consiglio segnalano la propensione sfacciata all’uso improprio e contundente della propaganda per mezzo delle istituzioni». «Sulle liste d’attesa ad esempio siamo di fronte a un gigantesco imbroglio sul diritto alla salute, uno schiaffo in faccia a medici, infermieri e operatori sanitari che da anni – conclude il leader SI – aspettano il rinnovo del contratto, con un sistema che ha il 97% dei macchinari diagnostici obsoleti».
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