Il Premierato voluto dalla destra è ancora sul tavolo delle discussioni, una riforma che stravolgerebbe gli equilibri dello Stato e i poteri del Presidente della Repubblica. Ne ha parlato in un’intervista a Qn il senatore del Pd Dario Parrini.
«Se si modificano le norme costituzionali sulla forma di governo, bisogna sapere in partenza sia come si eleggono i parlamentari sia soprattutto come si elegge il premier, visto che il cuore della riforma è la sua elezione diretta. Ebbene, su questa regnano la confusione e il buio più totali. E la maggioranza è spaccata».
«E’ il ritratto del caos. Non è una cosa seria. Sarebbe saggio fermare la discussione e riprenderla solo dopo che la maggioranza avrà superato le proprie incertezze e contraddizioni. Parlare genericamente di ballottaggio senza precisare l’entità della soglia è una presa in giro. Se la soglia è troppo bassa, il ballottaggio è finto».
«Senza soglia si può essere eletti premier col 30%. Con una soglia sotto il 50% si può essere eletti premier senza avere il consenso della maggioranza degli elettori. Due cose insostenibili e rischiose sul piano democratico. Io sono contrario all’elezione diretta del premier, perché azzoppa Capo dello Stato e Parlamento, e nessun Paese al mondo la prevede. Ma se la si fa, è da irresponsabili permettere che si insedi un premier dotato di molti poteri, ma poco legittimato. Un premier eletto ma `di minoranza´ sarebbe un’anomalia assoluta».
Argomenti: governo meloni