Manovra, il Pd elenca i disastri del governo: "Debole e inadeguata, per i servizi sociali sarà austerity"
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Manovra, il Pd elenca i disastri del governo: "Debole e inadeguata, per i servizi sociali sarà austerity"

Manovra, Misiani (Pd): «Quella che il governo ha approvato è una legge di bilancio debolissima, del tutto inadeguata a fronteggiare una situazione economica e sociale sempre più preoccupante». 

Manovra, il Pd elenca i disastri del governo: "Debole e inadeguata, per i servizi sociali sarà austerity"
Il senatore del Pd Antonio Misiani
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16 Ottobre 2023 - 15.12


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Canone Rai, Sanità pubblica, previdenza sociale, tassazione. L’elenco delle contestazioni che l’opposizione sta lanciando verso la Manovra varata dal governo Meloni è lunga. Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, in un post su Fb fa una sintesi.

«Quella che il governo ha approvato è una legge di bilancio debolissima, del tutto inadeguata a fronteggiare una situazione economica e sociale sempre più preoccupante». 

«La proroga del taglio del cuneo fiscale, necessaria anche se non sufficiente a controbilanciare il crollo del potere d’acquisto dei redditi fissi, non è strutturale: è prevista solo per il 2024. Idem per la prima fase della riforma IRPEF, anch’essa prevista per un solo anno (una scelta assurda…) e con una revisione che va nella direzione sbagliata: è impercettibile per i redditi fino a 15 mila euro annui, vale una manciata di euro al mese in meno per i contribuenti con imponibile tra 15 mila a 50 mila euro e cristallizza i regimi sostitutivi di favore che hanno lasciato il carico IRPEF quasi esclusivamente sulle spalle di dipendenti e pensionati». 

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«Nell’insieme, le due misure – taglio del cuneo e riforma IRPEF – incidono solo marginalmente sulla condizione dei redditi medio bassi rispetto al 2023. In compenso, sono entrambe finanziate solo per il 2024 e prevalentemente a deficit, mentre nulla è previsto dal 2025. Di fatto, è una maxi ipoteca per le future leggi di bilancio. La vera cifra di questa manovra, infatti, è questa: chi vivrà, vedrà. E, soprattutto, troverà (se ci riuscirà…) le coperture necessarie. Per il resto, il quadro è sconfortante». 

«Sul versante della spesa, si prospetta una rigida austerità per i servizi pubblici essenziali. La spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL si ridurrà sensibilmente, in virtù di uno stanziamento inferiore alle richieste del ministro della salute e delle regioni e molto al di sotto di quanto servirebbe per mantenere al livello 2023 il rapporto della spesa con il PIL. Sono insufficienti anche le risorse destinate al contratto del pubblico impiego, all’istruzione, al trasporto pubblico. Nulla è previsto per le politiche per la casa. Rimane un rifiuto ideologico verso il salario minimo, che potrebbe migliorare la condizione di tre milioni di lavoratori e lavoratrici senza oneri per lo Stato». 

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«Per quanto riguarda il carovita – afferma ancora il parlamentare dem – tanti proclami ma nessuna strategia efficace. Si programmano 20 miliardi di privatizzazioni per fare cassa, indebolendo il ruolo dello Stato nella politica industriale. Quanto al PNRR, la sequenza di errori nel primo anno del governo Meloni ha portato ad un preoccupante rallentamento degli investimenti e delle riforme del Piano, che potrebbero invece giocare un ruolo fondamentale per fare ripartire l’economia. La coperta è corta, è la risposta del governo».  

«Ma la destra non ha fatto nulla per allungarla, perché i veti ideologici e le logiche corporative hanno bloccato qualunque intervento serio per allargare i margini di manovra del governo sia sul lato delle entrate, mettendo in campo un’azione seria contro l’evasione anziché i 14 condoni varati nell’ultimo anno, che su quello di una migliore efficienza della spesa pubblica, al posto dei tagli lineari previsti dalla manovra. Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti. L’Italia, dopo due anni di forte ripresa, da molti mesi si è fermata. E la destra al governo, tutta chiacchiere, propaganda e distintivo, non ha lo straccio di un’idea per rimetterla in moto».  

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