Scotto (Pd): "La destra è divisa all'interno e danneggia il Paese, noi siamo pronti"
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Scotto (Pd): "La destra è divisa all'interno e danneggia il Paese, noi siamo pronti"

Arturo Scotto (Pd): “Salvini, Meloni e Tajani stanno cercando di salvaguardare ognuno il proprio elettorato in vista delle elezioni europee ma non stanno più lavorando insieme. Questo ci rende più deboli in Europa e sta bloccando la crescita del Paese".

Scotto (Pd): "La destra è divisa all'interno e danneggia il Paese, noi siamo pronti"
Arturo Scotto
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4 Settembre 2023 - 14.37


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Arturo Scotto, esponente del Pd, in un intervento a Radio Immagina ha parlato del lavoro del governo Meloni e delle grandi difficoltà che incontrerà a far passare i provvedimenti sulle questioni fiscali e di lavoro.

“Salvini, Meloni e Tajani stanno cercando di salvaguardare ognuno il proprio elettorato in vista delle elezioni europee ma non stanno più lavorando insieme. Questo ci rende più deboli in Europa e sta bloccando la crescita del Paese”.

“Credo che la strategia di Meloni sarà quella di blindarsi in questo autunno caldo, lo abbiamo già visto nei confronti delle opposizioni e delle forze sociali. Forse questo atteggiamento salverà la tenuta politica del centrodestra ma non è detto che salverà il governo. ci dobbiamo tenere pronti perché tutto può cambiare velocemente” 

“La riduzione delle tutele e la compressione dei salari sono due cose che si tengono insieme, sono il frutto di una svalorizzazione progressiva del lavoro degli ultimi anni, ridotto a merce vile, che conta poco o nulla. Lo vediamo nella modifica al codice degli appalti che di fatto reintroduce subappalti a cascata, fuori possibilità di controllo”. 

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“Si taglia sempre sulla sicurezza vista non come elemento fondamentale della catena di produzione, uno strumento che aiuta innovazione e competizione del nostro sistema delle imprese, ma come qualcosa che grava sul loro bilancio. Dobbiamo provare a fare un salto di qualità, la revisione di alcuni totem che negli ultimi anni sono apparsi indiscutibili”.

“Per citare solo un dato, sono 1038 i morti sul lavoro dell’anno scorso, e più di 500 quest’anno: siamo di fronte a una guerra a bassa intensità, ma la scelta che fa più rabbia è il dirottamento del governo dei fondi del Pnrr dedicati alla sicurezza del lavoro nelle linee delle grandi infrastrutture italiane, altrove. Parliamo di mezzo miliardo di euro, una cosa che grida vendetta”.

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