Per essere credibile la sinistra si deve sganciare dal pensiero unico e essere rivoluzionaria
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Per essere credibile la sinistra si deve sganciare dal pensiero unico e essere rivoluzionaria

Una sinistra che propone le stesse ricette della destra, con qualche attenzione in più alla giustizia sociale e ai diritti, non serve e non basta più.

Per essere credibile la sinistra si deve sganciare dal pensiero unico e essere  rivoluzionaria
Democratici e un manifesto di Berlinguer
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Claudio Visani Modifica articolo

14 Febbraio 2023 - 18.25


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Anche se l’esito era annunciato non è meno pesante. La larga vittoria della destra nel Lazio e in Lombardia, la bruciante sconfitta del campo progressista e soprattutto il crollo senza precedenti della partecipazione al voto (trenta per cento in meno, a Roma due elettori su tre non sono andati a votare), ci dicono tre cose. Che la sfiducia nella politica ha ormai raggiungo il punto di non ritorno, che la sinistra oggi non è in grado di offrire un’alternativa credibile e una speranza di cambiamento al Paese, che quando si spegne la luce finisce per prevalere il nero che pesca nelle pance, negli egoismi e nelle paure delle persone promettendo ordine, sicurezza, protezione (Dio, patria e famiglia). E’ il vento di destra che spira non solo in Italia ma in tutta Europa di fronte alla crisi che sembra irreversibile del capitalismo e della globalizzazione, alla terza guerra mondiale che avanza, al cambiamento climatico che mette in discussione il nostro modo di vivere, produrre, consumare e l’esistenza stessa del Pianeta, alle diseguaglianze che penalizzano i poveri e rubano il futuro alle nuove generazioni.   

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Viviamo una stagione buia, di grandi trasformazioni, densa di incognite e pericoli. Servirebbe una classe dirigente illuminata, una politica saggia e dai pensieri lunghi per venirne fuori bene, senza disastri irreparabili. Invece ci ritroviamo, in Italia e nel mondo, con le leadership più scarse e meno lungimiranti di sempre. E con un sistema mediatico che ci propina una narrazione marziana, o da Truman show se preferite, comunque lontana dal mondo reale. Ciò che colpisce, in questa situazione, è che non si levi una voce per dire: ma cosa ci state raccontando, dove ci state portando, vi rendete conto che così andiamo a sbattere? Colpisce che sembrino scomparsi intellettuali e pensatori capaci di immaginare un futuro diverso e un mondo migliore. 

Vale per la guerra, dove vediamo solo il dito che copre la luna. Stiamo vivendo in diretta lo scontro tra i grandi imperialismi (quelli decadenti di Usa e Russia, quello in ascesa della Cina) per il dominio del mondo e ci illudiamo che serva armare sempre più Zelensky per sconfiggere Putin e riportare la pace. Vale per la crisi climatica, dalla quale non si esce se non cambia radicalmente il sistema economico del mondo sviluppato. Vale per il capitalismo globalizzato, che è la causa degli sconvolgimenti geopolitici e della crisi ambientale e socioeconomica di oggi e non può essere considerato l’ultima frontiera dello sviluppo dell’umanità, la fine della storia. 

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Ecco, una politica che si riavvicini al mondo reale dovrebbe essere in grado di dare risposte a queste grandi questioni. E la sinistra, se vuole ritrovare le sue radici e la fiducia del suo popolo, a cominciare dagli ultimi, dovrebbe avere la capacità e il coraggio di indicare una prospettiva diversa da quella del pensiero unico in cui si è fatta inglobare da qualche decennio a questa parte. Una sinistra che propone le stesse ricette della destra, con qualche attenzione in più alla giustizia sociale e ai diritti, non serve e non basta più. Bisogna andare oltre, immaginare un mondo diverso, ridare speranza al cambiamento, costruire una nuova utopia. Altro che campi larghi, terzi poli, stelle cadenti, sinistre riformiste e di governo, primarie del Pd, Bonaccini o Schlein. Se vuole essere credibile la sinistra deve mettere in campo idee nuove, pensieri lunghi, contenuti oserei dire rivoluzionari, e persone che siano coerenti con i valori e le storie che vogliono rappresentare, da cui si possa pensare di comprare un’auto usata senza prendere fregature. 

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