Elezioni regionali, Schlein: "Basta inseguire il centro, ora dobbiamo fare la sinistra"
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Elezioni regionali, Schlein: "Basta inseguire il centro, ora dobbiamo fare la sinistra"

Elezioni regionali, Schlein: "La colpa è di chi per anni ha inseguito il centro, senza accorgersi che si stava perdendo la sinistra, un intero blocco sociale che ha preferito astenersi anziché votare Pd".

Elezioni regionali, Schlein: "Basta inseguire il centro, ora dobbiamo fare la sinistra"
Elly Schlein
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14 Febbraio 2023 - 09.34


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Elezioni regionali, Elly Schlein commenta la pesante sconfitta delle forze di sinistra e, in un’intervista a La Repubblica, si proietta al futuro, del Pd e non solo. «È andata male, sapevamo tutti che le condizioni di partenza erano difficilissime. Ma non è colpa dei candidati» bensì «di chi per anni ha inseguito il centro, senza accorgersi che si stava perdendo la sinistra, un intero blocco sociale che ha preferito astenersi anziché votare Pd. Penso che mai come adesso serva una svolta netta: per rinascere, per risalire bisogna avere più coraggio».  

«Io credo poco alle somme algebriche. Noi proporremo battaglie che si possono e si devono fare insieme, e vediamo chi ci sta: salario minimo, congedo paritario, lotta al cambiamento climatico, per la sanità e l’istruzione pubblica che il governo vuole tagliare per favorire i privati. Bisogna ricostruire un campo raccontando un’alternativa possibile per l’Italia. Le altre forze di opposizione hanno perso come noi e pure loro devono porsi il problema, non solo il Pd. Dopo questa débâcle, sarebbe irresponsabile continuare la gara per un punto nei sondaggi».

La colpa di questi risultati è «di chi per anni ha inseguito il centro, senza accorgersi che si stava perdendo la sinistra, un intero blocco sociale che ha preferito astenersi anziché votare Pd – spiega -. Penso che mai come adesso serva una svolta netta: per rinascere, per risalire bisogna avere più coraggio». 

Se «ci rifugiamo nell’usato sicuro non andremo da nessuna parte. Il Pd deve cambiare tutto ed essere un partito di sinistra che rappresenta chi non ce la fa. Sono rientrata per questo». Tra gli sfidanti alla leadership «solo io non ho fatto parte del gruppo dirigente del Pd negli ultimi dieci anni, durante i quali si è rotto il rapporto con i nostri mondi di riferimento, che bisogna assolutamente ricucire». Il dato dell’astensionismo «è quello che fa più male e quando ci guarderemo dentro credo si confermerà quanto già visto a settembre: sono le fasce impoverite a disertare le urne, quelle che non si sentono più rappresentate».

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