Cuperlo (Pd): "La destra è cinica sul Reddito di Cittadinanza, i disoccupati abbandonati al loro destino"
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Cuperlo (Pd): "La destra è cinica sul Reddito di Cittadinanza, i disoccupati abbandonati al loro destino"

Cuperlo: «Avverto il cinismo di una destra che è indifferente alla povertà. Quella misura va corretta è migliorata, ma ha salvato la vita e la dignità delle persone più fragili. Il punto è che deve esserci una forma di assistenza verso chi non ce la fa».

Cuperlo (Pd): "La destra è cinica sul Reddito di Cittadinanza, i disoccupati abbandonati al loro destino"
Gianni Cuperlo
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20 Gennaio 2023 - 11.29


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Gianni Cuperlo ha parlato con l’Agi dei suoi obiettivi come possibile futuro segretario del Pd, partendo dal tema del lavoro per arrivare a quelli dei diritti e dell’energia.

«All’epoca non votai il Job’s Act e penso sia stata una scelta giusta perché quella misura, persino al di là degli effetti prodotti, ha incrinato un rapporto di fiducia con pezzi interi del nostro mondo. Oggi andrebbe cambiato per offrire un sistema certo di garanzie ai lavoratori a tempo determinato. Così com’è non ha funzionato e ha incoraggiato in una certa imprenditoria non interessata alla questione sociale comportamenti ostili ai diritti».

Sul reddito di cittadinanza

«Avverto il cinismo di una destra che è indifferente alla povertà. Quella misura va corretta è migliorata, ma ha salvato la vita e la dignità delle persone più fragili. Il punto è che deve esserci una forma di assistenza verso chi non ce la fa. Questo governo ha coniato il termine `occupabili´ che è insensato. La maggior parte dei disoccupati vorrebbe essere occupabile, ma mancano politiche di formazione e risorse adeguate da investire nelle politiche attive e nei centri per l’impiego. E intanto? Cosa facciamo? Li abbandoniamo al loro destino?».

Il clima e le contromisure da prendere

«Sul clima c’è un ritardo preoccupante del Paese. Da parte del governo ci sono ostilità e indifferenza nei confronti del tema ma il tempo è scaduto. L’arresto di Greta Thunberg in Germania segnala che più si avvicina il punto di non ritorno nelle decisioni da prendere e più la questione diventerà terreno di battaglia politica. I giovani ci chiedono giustamente di rovesciare comportamenti, stili di vita. E noi dobbiamo rispondere. Energie rinnovabili, elettrico, sapendo che la transizione sarà un processo carico di problemi connessi anche ai livelli occupazionali, appunto per questo serve che la politica agisca con efficacia, rapidità e saggezza. I fondi del Pnrr sono una risorsa preziosa per incamminarsi più velocemente sulla via di una vera sostenibilità ambientale, economica e sociale».

Il nucleare può essere una soluzione?

«Sul nucleare abbiamo fatto una scelta che ha coinvolto direttamente i cittadini italiani. Se la ricerca oggi è in grado di proporre soluzioni innovative è logico discuterne ma considerando sempre il ruolo di un confronto pubblico partecipato. Non sono un esperto e però mi sembra di capire che ci vorrebbe un decennio e colossali investimenti per poter disporre del nucleare cosiddetto di ultima generazione. Siamo certi che le ragazze e i ragazzi che riempiono le piazze e abiteranno un pianeta da noi così offeso vogliano e possano attendere così a lungo? Quanto al rapporto tra sostenibilità sociale e transizione energetica è la vera sfida. Dobbiamo rendere questo passaggio il meno traumatizzante in termini di perdita di posti di lavoro e impatto sociale. Lo Stato deve accompagnare la svolta con politiche di sostegno e di formazione sapendo che non saremo soli. È l’ Europa tutta che cammina nella stessa direzione».

Sullo Ius Soli e lo Ius Culturae

«Non posso dimenticare che oggi la destra governa questo paese e si opporrà con ogni mezzo e in ogni modo a una legge che considero di pura civiltà. Garantire a chi è nato in Italia o compie un percorso di studi nel nostro paese di sentirsi parte di questa stessa comunità è nell’interesse di tutti. L’altro problema da affrontare riguarda le politiche di integrazione. Come è stato detto il problema dei prossimi anni non è che gli immigrati «arrivano», il vero problema è che se ne vanno. La crisi demografica e la tenuta stessa del sistema di welfare hanno bisogno di compensare un’età media altissima è una riduzione del peso dei redditi da lavoro dipendente e autonomo sul Pil. Senza risorse immaginare serie politiche redistributive è tecnicamente impossibile, tema che ci rimanda alla priorità di una radicale riforma fiscale».

La lotta per la parità salariale

«Con misure mirate, alcune sono state introdotte dai governi di centrosinistra, penso alla norma sulle dimissioni in bianco, ma al fondo quello che serve è un diverso modo di pensare che faccia dell’accesso al lavoro e del superamento del gender gap traguardi di sviluppo del paese. Per troppe donne la scelta della maternità coincide con l’uscita del mercato del lavoro e a differenza di quanto accade in altri paesi quell’uscita non è temporanea ma si rivela spesso definitiva. Secondo stime della Banca d’Italia se raggiungessimo lo stesso livello occupazionale femminile della media europea avremmo un incremento di diversi punti del Pil. Certo, resta da capire se il motto «Dio Patria Famiglia» della destra contempli questo genere di politiche e sul punto dubitare è lecito».

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