Valditara il reazionario: "E' finita la militanza politica nelle scuole, lo sciopero non tira più"
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Valditara il reazionario: "E' finita la militanza politica nelle scuole, lo sciopero non tira più"

Valditara sulla scuola: «Penso sia cambiato qualcosa in profondità: lo sciopero come strumento di lotta politica non tira più. Non funziona più. Si è chiusa, o si sta chiudendo, un'epoca». 

Valditara il reazionario: "E' finita la militanza politica nelle scuole, lo sciopero non tira più"
Giuseppe Valditara
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27 Dicembre 2022 - 11.39


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Giuseppe Valditara è il peggior ministro del governo Meloni? Difficile dirlo, è una bella lotta, ma le esternazioni del numero 1 dell’Istruzione sono una peggiore dell’altra. In un’intervista a Il Foglio, Valditara ha parlato della spoliticizzazione della scuola e allo sciopero come uno strumento che “non tira più”.

«Penso sia cambiato qualcosa in profondità: lo sciopero come strumento di lotta politica non tira più. Non funziona più. Si è chiusa, o si sta chiudendo, un’epoca. E’ ora di avviare una stagione di confronto costruttivo, nella logica di quella grande alleanza fra docenti, studenti, famiglie, istituzioni, parti sociali che ho da subito auspicato». 

«Ora credo sia finita quell’idea antica, forse sessantottina, della scuola come luogo di militanza politica. Gli insegnanti oggi vogliono risposte concrete, sono interessati a quello che accade nei loro istituti, vogliono capire le strategie complessive che ispirano l’azione di chi governa. Docenti e personale scolastico si sono accorti che è stato appena chiuso un contratto importante che dà un aumento di 124 euro medi mensili e che ha anticipato a dicembre gli arretrati di stipendio per circa 2.400 euro in media a persona. E in un contesto difficile, che ha costretto il governo a investire ben 21 miliardi di euro sul caro bollette, siamo comunque riusciti ad aumentare di circa 1,8 miliardi in 3 anni le risorse per la scuola».

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«E’ l’inizio della normalità. Della fisiologia dei rapporti. Questa novità, va ora accompagnata da parte di chi governa con una ancora più convinta politica di ascolto. Io intendo dialogare il più possibile. Voglio andare sul territorio per confrontarmi con docenti, presidi, personale amministrativo. Per questo a partire dai prossimi mesi girerò l’Italia e gli istituti scolastici. Voglio lanciare un messaggio importante: stiamo tutti dalla stessa parte, dobbiamo pensare a percorsi che maturino con uno sforzo collettivo». 

«Ecco, voglio avere il polso dei problemi nelle varie realtà d’Italia sentendo chi nella scuola ci lavora tutti i giorni. Perché i problemi cambiano da Bolzano a Trapani, dai licei agli istituti professionali, dai centri alle periferie. Voglio partire dalle realtà più difficili, quelle che collocano l’Italia in una posizione da fanalino di coda per dispersione scolastica. E’ una drammatica urgenza da affrontare. Insieme».

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