Manovra, Meloni in ritirata sulle norme pro evasori ma infierisce sul reddito di cittadinanza
Top

Manovra, Meloni in ritirata sulle norme pro evasori ma infierisce sul reddito di cittadinanza

Dopo la discussione generale il governo porrà la fiducia che si voterà venerdì dalle 11

Manovra, Meloni in ritirata sulle norme pro evasori ma infierisce sul reddito di cittadinanza
Giorgia Meloni
Preroll

globalist Modifica articolo

21 Dicembre 2022 - 10.04


ATF

Il governo Meloni costretto a battere in ritirate sulle norma a favore di evasori e furbi mentre in qualche modo si rifà infierendo sui percettori di reddito di cittadinanza. Nel frattempo slitta di un giorno, a giovedì alle 8, l’approdo della Manovra in Aula alla Camera.

Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo a causa dei ritardi nei lavori in commissione Bilancio che, al settimo giorno di lavoro, ha concluso l’esame degli emendamenti e dato il mandato ai relatori. Dopo la discussione generale, poi il governo porrà la fiducia che si voterà venerdì dalle 11. Dopo la pausa di Natale l’esame lampo del Senato prima del 31 dicembre. Sui tempi era arrivato l’ultimatum del Tesoro: “Se il Parlamento non cambia il testo, per il Mef va benissimo quello approvato in Cdm, con l’eccezione della riformulazione sul Pos”. Norma sui Pos che viene di fatto soppressa, col ritorno delle multe per gli esercenti che rifiutano di accettare pagamenti con carte e bancomat. Nel testo non entrerà lo scudo penale per i reati fiscali, annuncia il relatore Pella, di Forza Italia, e le opposizioni cantano vittoria. Intanto arriva una nuova stretta al Reddito di cittadinanza: non dovrà più essere “congrua” la prima offerta che, se rifiutata, fa perdere il diritto al sussidio. A lavori ormai conclusi si scatena la bagarre in Aula a causa di un emendamento sull’abbattimento dei cinghiali.

Leggi anche:  Sondaggi politici, a 42 giorni dalle Europee Forza Italia stacca la Lega mentre il Pd prova la rimonta: ecco i dati

Pos, tornano le multe

 Tornano dunque le multe per i commercianti che rifiutano di accettare pagamenti elettronici. La commissione approva infatti l’emendamento che sopprime la modifica introdotta nella stessa Legge di Bilancio con cui si introduceva un tetto di 60 euro entro il quale gli esercenti avrebbero potuto rifiutare transazioni col Pos senza incorrere in sanzioni.

Salta lo scudo fiscale

 A fare saltare lo scudo, alla fine, sarebbe stata l’insistenza a fare rientrare non solo gli errori nelle dichiarazioni o i mancati pagamenti dopo avere presentato il 730 ma anche l’omessa dichiarazione. L’idea di aprire anche agli “evasori totali”, insomma, sarebbe stata respinta sia dal Mef sia da Palazzo Chigi, anche perché sarebbe stata operazione difficile da difendere, a maggior ragione davanti al muro delle opposizioni. Il premier e il ministro dell’Economia, peraltro, avevano speso già parole chiare quando di scudo si parlava per le sole società sportive (anche quello poi saltato). Tutto rinviato, insomma. Anche se la questione si riproporrà a breve se davvero, nei primi mesi del nuovo anno, il governo metterà mano, come promesso, alla riforma complessiva del fisco.

Leggi anche:  Caso Scurati, la destra boccia l'audizione di Corsini e Bortone: dalla maggioranza una censura nella censura

Manovra al rallentatore

  L’esame della legge di Bilancio va al rallentatore in commissione tanto che nell’ennesimo pomeriggio di melina alla Camera ha fatto scattare l’altolà del Mef: il Parlamento voti, se vuole. Ma se non vuole, il governo è pronto a mettere la fiducia sul testo uscito dal Consiglio dei ministri. Fatta salva la retromarcia, inevitabile dopo il confronto su Bruxelles, sull’altra norma che tanto ha sollevato polemiche, quella sulle sanzioni, cancellate nell’idea originale, per chi non accetta il Pos.  

Ipotesi bipartisan: ristori per i Pos dagli extraprofitti delle banche

 Si lavora a un’intesa bipartisan per inserire nella Manovra un fondo alimentato dalla tassazione sugli extraprofitti delle banche, al fine di garantire ristori ai commercianti penalizzati dalle commissioni sui pagamenti elettronici. La mossa seguirebbe la decisione del governo di eliminare la norma sul Pos. Secondo l’ipotesi allo studio, che potrebbe finire in un emendamento dei gruppi parlamentari, un Dpcm istituirà il fondo definendo aliquote e soglie con cui calcolare gli extraprofitti e il contributo straordinario. Il ristoro avverrebbe in forma di crediti di imposta.

Leggi anche:  25 Aprile, Giorgia Meloni all'Altare della Patria con Mattarella: "La fine del fascismo pose le basi per la democrazia"

Nuova stretta sul Reddito di cittadinanza, salta offerta “congrua”

 Non dovrà più essere “congrua” la prima offerta che, rifiutata, fa perdere il diritto al Reddito di cittadinanza. La commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento riformulato a firma Lupi (Noi Moderati) che sopprime la parola “congrua” dal testo della norma, che prevede che i beneficiari del Reddito decadano dal beneficio qualora non accettino la prima offerta di lavoro congrua. E’ congrua l’offerta che considera le esperienze e competenze maturate e anche la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento (entro 80 chilometri e raggiungibile in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici).

Native

Articoli correlati