Perché il Qatargate è la notte della politica
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Perché il Qatargate è la notte della politica

Vendersi ai grandi poteri economici e finanziari che tutto pensano di potersi comprare, comprese la democrazia, la libertà, i diritti. E soprattutto a sinistra...

Perché il Qatargate è la notte della politica
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Claudio Visani Modifica articolo

15 Dicembre 2022 - 14.28


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Un virus malefico sembra essersi impossessato della politica. Colpisce etica, morale, valori. La svuota di ideali, identità, leadership autorevoli. La porta a vendersi ai grandi poteri economici e finanziari che tutto pensano di potersi comprare, comprese la democrazia, la libertà, i diritti. Sacrifica il bene comune e la speranza di un mondo migliore al potere e al dio denaro, affondando la “diversità” della sinistra.

Il Qatargate è la notte della politica. Se la corruzione arriva al cuore dell’Europa e mira a condizionare l’orientamento di un Parlamento di ventisette paesi nei confronti di Stati terzi dove i valori e i princìpi della civiltà europea sono calpestati, significa che siamo a un passo dal baratro. Se poi a vendersi l’anima sono persone che si richiamano al socialismo, siamo allo schifo. 

“In un colpo solo uno sputo in faccia alla sinistra in Italia, all’Italia in Europa e al Parlamento europeo, alle Ong nel mondo: un capolavoro”, ha commentato Pierluigi Bersani, amareggiato anche dal fatto che l’inchiesta sfiora persone che sono state a lui vicine. Ma è anche la punta di un iceberg che galleggia minaccioso da tempo e che facciamo finta di non vedere. L’ultimo clamoroso caso della decadenza in atto che negli ultimi tempi ha visto, tra l’altro, importanti leader di tutte le parti politiche assumere un ruolo di lobbisti di primo piano nei grandi affari internazionali. Da Schroeder a Sarkozy, da Blair a Renzi e perfino D’Alema tanto per fare qualche nome. 

La domanda che dobbiamo farci è: quanto costano la democrazia e la libertà? Siamo disposti ad accettare che le nostre scelte politiche siano condizionate da altri Stati, che siano dittature piene di soldi come quelle arabe o superpotenze come Russia, Cina e Usa? Pensate, ad esempio, a ciò che sta avvenendo con la crisi climatica e sulla guerra in Ucraina, a cosa (non) sta concretamente facendo la politica per salvare il pianeta dalla catastrofe e per riportare la pace nel Continente. E ancora. Bisogna chiedersi: qual è la differenza tra l’omaggio al “Rinascimento Saudita” di Matteo Renzi e le dichiarazioni della vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili sul Qatar “all’avanguardia sui diritti dei lavoratori”? Cosa c’è di diverso con il credito che Berlusconi e Salvini danno a Putin e la Meloni a Orban? Dov’è la coerenza dei governi italiani che predicano il rispetto dei diritti umani poi continuano a fare affari con l’Egitto di Al Sisi che ha torturato e ucciso Giulio Regeni e da due anni tiene prigioniero senza processo Patrick Zaky? E dov’è quella dell’Europa che continua a dare credito e miliardi alla Turchia di Erdogan e alla Libia perché tengano nei loro lager i migranti? Un  doppio standard insopportabile, che sta minando definitivamente la politica, la credibilità delle democrazie occidentali nel mondo e quello della sinistra. 

Qualcuno obietterà che è sempre stato così. Che la politica è scontro tra interessi e lotta per il potere. Ma a mia memoria una classe dirigente così mediocre come quella attuale, a trecentosessanta gradi, non s’era mai vista. Una pandemia planetaria. E a proposito del Pd: se la politica e in particolare quella di sinistra non ritrova la sua etica e moralità, che poi è la coerenza dei comportamenti tra quel che si dice e quel che si fa, tra i valori che si professano e quel che si è nella vita, non c’è rifondazione, cambio di segretario o di nome che tenga.

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