Qatargate, il Riesame dovrà decidere se dissequestrare 240 mila euro di Panzeri
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Qatargate, il Riesame dovrà decidere se dissequestrare 240 mila euro di Panzeri

Il Tribunale del Riesame di Bergamo si è riservato di decidere circa il dissequestro dei 240mila euro trovati sui conti dell'ex europarlamentare del Pd e di Articolo 1, Antonio Panzeri, indagato per il Qatargate

Qatargate, il Riesame dovrà decidere se dissequestrare 240 mila euro di Panzeri
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9 Gennaio 2023 - 22.11


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Qatargate, le indagini vanno avanti. Il Tribunale del Riesame di Bergamo, presieduto da Stefano Storto, si è riservato di decidere circa il dissequestro dei circa 240mila euro trovati sui conti dell’ex europarlamentare del Pd e di Articolo 1, Antonio Panzeri, indagato dalla procura federale belga per il Qatargate, e della figlia Silvia e della moglie Maria Dolores Colleoni. Denaro che era stato posto sequestro, su richiesta del tribunale federale belga, che ha indagato anche sulla ex vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili, sul suo compagno e portavoce Francesco Giorgi e sull’ex segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati Luca Visentini.

Il gip di Bergamo, accogliendo la misura dell’autorità giudiziaria di Bruxelles, ha bloccato ben 200 mila euro depositati su un conto della 38enne Silvia Panzeri e circa 40mila euro su un altro conto aperto da Antonio Panzeri e dalla moglie in una banca di Calusco d’Adda.

A chiedere che le somme rientrino nella disponibilità della famiglia dell’eurodeputato sono stati gli avvocati di moglie e figlia di Panzeri, Angelo De Riso e Nicola Colli. «Sono provate ma stanno bene», hanno affermato i legali, che hanno «insistito sulla richiesta di nullità del decreto di congelamento» emesso della magistratura belga «che poi ha portato al sequestro» di sei conti correnti riconducibili a Panzeri, alla moglie, alla figlia – entrambe assenti all’udienza di oggi – e agli altri indagati. Misura che a loro dire «avrebbe presentato diverse irregolarità».

In particolare, i «vizi di forma» individuati dagli avvocati riguarderebbero il «certificato di congelamento da Bruxelles, che si sono riversati nell’ordinanza di sequestro che secondo noi è nulla – spiegano – . Il certificato non è completo in alcuni punti. Il gip avrebbe dovuto chiederne l’integrazione, cosa che a nostro avviso non è stata fatta».

Madre e figlia sono state arrestate il 9 dicembre su mandato europeo. Sono entrambe agli arresti domiciliari nel Milanese e a Calusco d’Adda. La Corte d’Appello di Brescia il 19 dicembre ha deciso di consegnare Colleoni alle autorità belghe, ma la donna tramite i suoi legali ha impugnato la decisione davanti alla Cassazione, che dovrebbe esprimersi sul punto il 31 gennaio. Per Silvia Panzeri, invece, i giudici bresciani hanno accolto la richiesta degli avvocati di chiedere conto delle condizioni delle carceri del Belgio e della loro vivibilità. La decisione arriverà nel corso della prossima udienza, fissata per il 16 gennaio.

I legali della 38enne, di professione avvocato, hanno chiesto anche la sua liberazione. Istanza che è stata respinta, per il timore che la donna possa fuggire.

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