Corruzione nella Ue, Giorgi confessa e Eva Kaili respinge le accuse: "Non diventerò Ifigenia"
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Corruzione nella Ue, Giorgi confessa e Eva Kaili respinge le accuse: "Non diventerò Ifigenia"

Giorgi ha confermato di aver fatto parte di un'organizzazione utilizzata dal Marocco e da Doha allo scopo di interferire e condizionare negli affari europei. Il suo ruolo era quello di gestire i contanti e ha ammesso di aver agito in maniera illegale.

Corruzione nella Ue, Giorgi confessa e Eva Kaili respinge le accuse: "Non diventerò Ifigenia"
Eva Kaili e Francesco Giorgi
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15 Dicembre 2022 - 21.11


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Il suo compagno Francesco Giorgi ammette mentre Eva Kaili respinge tutte le accuse: Kaili, infatti, si è detta innocente. «Non diventerò Ifigenia», le sue parole riportate dall’avvocato Michalis Dimitrakopoulos in un’intervista alla Tv greca Ant1. Il riferimento è alla figlia primogenita di Agamennone e di Clitemnestra che nella mitologia greca venne sacrificata.

Le ammissioni di Giorgi

Corruzione all’Europarlamento, l’inchiesta sui fondi dal Qatar potrebbe essere a una svolta: ha infatti confessato Francesco Giorgi, il compagno dell’eurodeputata greca Eva Kaili e uno dei quattro arrestati nelle indagini della procura belga, confermando di aver fatto parte di un’organizzazione utilizzata dal Marocco e da Doha allo scopo di interferire e condizionare negli affari europei. Il suo ruolo era quello di gestire i contanti. Giorgi ha ammesso di aver agito illegalmente e si è detto pentito.

L’italiano è stato incriminato e incarcerato per corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale. Secondo i media, Giorgi avrebbe anche indicato di sospettare che Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi europarlamentari del gruppo S&D, avrebbero preso soldi tramite Antonio Panzeri. 

Il Marocco sarebbe coinvolto nella vicenda di sospetta corruzione attraverso il suo servizio di informazione esterna, la Dged. In base ai documenti consultati dai due quotidiani, Panzeri, Cozzolino e Giorgi sarebbero stati in contatto con la Dged e con Abderrahim Atmoun, l’ambasciatore del Marocco in Polonia. 

L’Emirato è sospettato di influenzare le decisioni della Ue, ricorrendo alla corruzione di diversi eurodeputati, in particolare per cercare di allontanare, o ridimensionare, le accuse sui temi quali i diritti civili e umani e lo sfruttamento di lavoratori e manodopera straniera in relazioni ai Mondiali tenuti nel Paese del Golfo. A Bruxelles a casa dell’ex eurodeputato italiano Antonio Panzeri la polizia belga ha recuperato 600mila euro in contanti. Anche nell’abitazione di Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Ue poi destituita, gli investigatori hanno trovato sacchi di denaro.

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