Reddito di Cittadinanza, Durigon (Lega): "Vorrei dargli una prospettiva futura, ma non tutti sono d'accordo..."
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Reddito di Cittadinanza, Durigon (Lega): "Vorrei dargli una prospettiva futura, ma non tutti sono d'accordo..."

Il governo Meloni metterà mano al Reddito di Cittadinanza, era uno dei punti del programma elettorale e le dichiarazioni degli esponenti dell'esecutivo vanno in quella direzione. Durigon: "Nella maggioranza c'è chi ha posizioni più nette di me".

Reddito di Cittadinanza, Durigon (Lega): "Vorrei dargli una prospettiva futura, ma non tutti sono d'accordo..."
Claudio Durigon
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9 Novembre 2022 - 11.05


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Il governo Meloni metterà mano al Reddito di Cittadinanza, era uno dei punti fondamentali del programma elettorale e le prime dichiarazioni degli esponenti dell’esecutivo vanno in quella direzione. A ribadirlo ancora una volta, con un’intervista a La Stampa, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. «Nella maggioranza c’è chi ha posizioni ben più nette, io invece ho un approccio più soft e punto a dare una prospettiva futura al Reddito di cittadinanza».

«L’obiettivo è quello di spronare i percettori del reddito facendo capire loro che l’obiettivo non può essere incassare questo sussidio a vita ma piuttosto cercare trovare assieme allo Stato un lavoro – prosegue – Di qui poi la proposta di de’calage del sussidio, sia in termini di durata che di importi, e l’intenzione di potenziare i piani di formazione. Io sono per trovare un’altra soluzione, anche perché siamo di fronte ad una situazione economica davvero brutta e finora trovare lavoro per i soggetti a bassa scolarizzazione si è rivelato impossibile».

Sul fronte delle pensioni «l’obiettivo che assieme al ministro Calderone ed al Mef ci stiamo dando è quello di evitare che col nuovo anno si torni alla legge Fornero col ripristino dello scalone dei 67 anni. Partiamo con un primo intervento poi vedremo cosa fare confrontandoci coi sindacati quali modifiche introdurre – spiega ?.Per me ora si tratta di dare un segnale per far capire dove si vuole andare, magari inserendo `quota 41´ come prima fase per poi costruire la soluzione definitiva».

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«Di certo in un mese e mezzo non riusciremo a fare la riforma, non ci sono riusciti altri governi ed è impensabile farlo ora. E oggettivamente sarebbe anche sbagliato, perché una riforma del genere va condivisa coi sindacati e non si fa in una settimana – conclude – Quindi per ora una soluzione ponte è l’unica scelta che possiamo fare. Poi avremo un anno davanti per decidere che fare».

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