Adolfo Urso accusa l'Europa: "Ritardi sul caro energia, siamo in questa situazione per colpa loro"
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Adolfo Urso accusa l'Europa: "Ritardi sul caro energia, siamo in questa situazione per colpa loro"

Urso: "L'Europa è in ritardo sulle misure contro i rincari dell'energia. Ma dopo il confronto con Bruxelles saremo pronti a intervenire. Noi siamo in questa situazione perché l'Europa non è intervenuta quando Draghi chiese di farlo".

Adolfo Urso accusa l'Europa: "Ritardi sul caro energia, siamo in questa situazione per colpa loro"
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3 Novembre 2022 - 11.07


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Giorgia Meloni oggi sarà a Bruxelles, per parlare dei temi legati all’energia e alle speculazioni su gas ed elettricità. Un un’intervista a La Repubblica, il neo ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha parlato del tema accusando le istituzioni europee.

“L’Europa è in ritardo sulle misure contro i rincari dell’energia. Ma dopo il confronto con Bruxelles saremo pronti a intervenire. Noi siamo in questa situazione perché l’Europa non è intervenuta quando Draghi chiese di farlo. L’aumento del prezzo del gas, figlio anche della speculazione, ha fatto impennare i costi delle attività produttive che hanno frenato la crescita italiana”.

“Ci siamo salvati grazie alla ripresa del turismo, ai servizi, a quelle che sono le nostre specificità, le eccellenze del made in Italy. Il clima che ha allungato la stagione turistica ha dato una mano. È il motivo per cui il Pil dell’ultimo trimestre non è calato. Ma le previsioni sono preoccupanti”.

Dall’Europa il Governo si attende le misure “ormai definite: un tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Dopo il confronto in sede europea, vareremo le nostre misure per ridurre il costo dell’energia”, aggiunge Urso.

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Il ministro poi rilancia sul fronte dell’estrazione di gas. “Dieci anni fa producevamo 13 miliardi di metri cubi dagli attuali giacimenti, oggi solo tre. Perché la differenza, nel frattempo, è stata coperta dall’import dalla Russia. Si può ripartire raddoppiando la produzione dagli attuali pozzi e poi con le trivellazione nell’Adriatico centrale al largo della coste, c’è un giacimento comune con la Croazia da cui estrarre 70 miliardi di metri cubi in più anni. Il resto lo può fare la diversificazione delle fonti: io credo che saremo in grado di esportare energia verso i Paesi del Nord”.

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