La Russa: "Il 25 aprile non sfilerò nei cortei, sono appannaggio di una certa sinistra..."
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La Russa: "Il 25 aprile non sfilerò nei cortei, sono appannaggio di una certa sinistra..."

Il presidente del Senato, quello che a casa aveva i cimeli fascisti, non nasconde la sua avversione per la festa della Liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo

La Russa: "Il 25 aprile non sfilerò nei cortei, sono appannaggio di una certa sinistra..."
Ignazio La Russa
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30 Ottobre 2022 - 09.41


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Giri di parole e contorcimenti dialettici. Ma Ignazio La Russa era e resta l’estremista di destra nostalgico di Mussolini che solo poco tempo fa ancora ipotizzava di abolite la festa della Liberazione dal nazi-fascismo e sostituirla con altro.

E adesso la seconda carica dello Stato non si smentisce: “Per le celebrazioni del 25 aprile «dipende, certo non sfilerò nei cortei per come si svolgono oggi. Perché lì non si celebra una festa della libertà e della democrazia, ma qualcosa di completamente diverso, appannaggio di una certa sinistra. Non ho avuto difficoltà come ministro della Difesa a portare una corona di fiori al monumento dei partigiani al cimitero Maggiore di Milano e non era un atto dovuto».

Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Dimenticando – o dimenticando appositamente – che il 25 aprile non si celebra la festa della libertà e della democrazia ma la Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Una Liberazione che ha avuto come conseguenza il ritorno della libertà e della democrazia negata per 20 anni da un criminale chiamato Benito Mussolini, giustiziato dopo essere stato catturato mentre come un codardo fuggiva in Svizzera travestito da soldato tedesco su ordine del Comitato di Liberazione nazionale.

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«La mia scelta per la libertà e la democrazia è sempre stata totale», sottolinea, mentre sul suo ruolo di seconda carica dello Stato, rivendica «di poter mantenere la promessa solenne davanti al Senato di essere presidente di tutti, sforzandomi di garantire sia maggioranza che opposizione. Solo a me hanno cominciato a guardare dove metto i piedi. Ricordo che Bertinotti, Fini e Casini erano capi di partito e facevano i presidenti della Camera. Oppure ricordo il presidente del Senato Forlani. Per quanto mi riguarda, si devono abituare: se nella forma sarò meno paludato, nella sostanza potete stare sicuri che saprò essere imparziale e possibilmente non del tutto escluso del tutto dalla vita politica». 

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