Con Lorenzo Fontana a Montecitorio si ritorna al Medioevo e all'Inquisizione
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Con Lorenzo Fontana a Montecitorio si ritorna al Medioevo e all'Inquisizione

Ultraconservatore, tradizionalista, integralista cattolico, sposato col "rito tridentino" (celebrazione eucaristica del Messale Romano promulgato da papa Pio V nel 1570), ogni 7 ottobre celebra la battaglia di Lepanto e sui diritti civili...

Con Lorenzo Fontana a Montecitorio si ritorna al Medioevo e all'Inquisizione
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Claudio Visani Modifica articolo

14 Ottobre 2022 - 11.48


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Se ieri vi siete sentiti dentro un film dell’assurdo ascoltando prima le toccanti parole di Liliana Segre per poi vedere subito dopo La Russa eletto presidente del Senato, oggi preparatevi a un altro tuffo nel passato: non all’epoca del fascismo e del regno d’Italia, ma direttamente nel medioevo.

Perché se il fascistone Ignazio Benito La Russa custodisce a casa i busti del Duce, nell’anima il saluto romano e nel cuore i Savoia, il leghista Lorenzo Fontana che oggi diventa presidente della Camera ci riporta dritti dritti all’inquisizione. Non ci credete? Allora vi rinfresco la memoria.

Ultraconservatore, tradizionalista, integralista cattolico, sposato col “rito tridentino” (celebrazione eucaristica del Messale Romano promulgato da papa Pio V nel 1570), ogni 7 ottobre celebra la battaglia di Lepanto (“quel giorno l’Europa cristiana, fiera della propria identità, otteneva una straordinaria vittoria contro gli Ottomani”). L’attuale vice segretario della Lega, testimone di nozze di Salvini, recita cinquanta Ave Maria al giorno, considera l’aborto “la prima causa di femminicidio nel mondo”, l’eutanasia il peggiore dei delitti, le nozze gay “una schifezza” (“il matrimonio è solo tra mamma e papà”), gli immigrati e la società multiculturale una minaccia (“vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo”).

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Però è rimasto “favorevolmente impressionato” da Putin (“con lui c’è stato in Russia un grande risveglio religioso cristiano“) e da Orban (“grazie a lui il tasso di natalità è salito da 1,3 figli per donna a 1,6”), oltre che, naturalmente, da Trump. Per finire, tornando agli auspici di ieri della Segre, il nuovo presidente della Camera ha ripetuto più volte che lui il 25 aprile festeggia San Marco, non la Liberazione. Ed è solo l’Inizio. Auguri a tutti noi, ne avremo bisogno.

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