Renzi: "Letta non mi ha parlato per vendette personali ma gli devo dire grazie visto l'indecoroso balletto a sinistra"
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Renzi: "Letta non mi ha parlato per vendette personali ma gli devo dire grazie visto l'indecoroso balletto a sinistra"

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi attacca Letta e Fratoianni e spiega il suo no a Berlusconi: "Loro hanno fatto cadere Draghi".

Renzi: "Letta non mi ha parlato per vendette personali ma gli devo dire grazie visto l'indecoroso balletto a sinistra"
Matteo Renzi
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6 Agosto 2022 - 11.43


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Renzi si esprime sul diniego di Letta a un’alleanza con Italia Viva: «Credo che il motivo per cui Letta abbia parlato con tutti tranne che con noi sia legato a piccole vendette personali per le vicende del passato. Non si spiega una coalizione che mette insieme storie totalmente diverse che parte da un veto a una e una sola forza politica. Evidentemente Enrico pensava di ferirci nel dire: “Tutti, ma non Italia viva”. Vedendo come sono andate le cose non finirò mai di ringraziarlo. Ci ha restituito uno spazio politico e l’indecoroso balletto di queste ore del centrosinistra mi rafforza nel progetto di non partecipare a coalizione finte e posticce. Correremo da soli».

Sui contatti con Silvio Berlusconi, il leader di Iv spiega: «Non possiamo stare insieme a Forza Italia non solo per il passato, ma anche per il presente. Draghi è andato a casa per l’azione di Conte ma anche per la sfiducia di Salvini e Berlusconi. E questo basta per dire Forza Italia ha commesso un errore clamoroso».

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Non ci sono le condizioni per un accordo in extremis con il centrosinistra? «No. L’unica cosa che potrebbe accadere è un accordo Pd-Cinque Stelle. Non ha alcun senso politico, ma avrebbe un senso matematico. Anche in quel caso, peraltro, noi andremmo da soli. Letta può fare un accordo numerico contro la Meloni e allora deve imbarcare i grillini. O può fare un accordo politico sull’agenda Draghi, ma allora che c’entra Fratoianni? Mi sembra che la strategia del segretario stia facendo male al Pd. Ma siccome stanno aspettando la direzione delle candidature, stanno tutti zitti e buoni. Si scateneranno dopo la sconfitta, è una tradizione a sinistra».

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