Elezioni, Draghi bis senza M5s o tutto come prima? Le forze politiche si interrogano (e si dividono)
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Elezioni, Draghi bis senza M5s o tutto come prima? Le forze politiche si interrogano (e si dividono)

Nel M5s continua il dibattito tra governisti e contiani e si potrebbe arrivare ad un'ulteriore scissione. Ma...

Elezioni, Draghi bis senza M5s o tutto come prima? Le forze politiche si interrogano (e si dividono)
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18 Luglio 2022 - 19.29


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Elezioni anticipate, un governo senza Movimento 5 Stelle o un governo con il Movimento 5 stelle? Mario Draghi si presenterà prima al Senato per le comunicazioni alle Camere ma tra le forze parlamentari resta l’interrogativo se si arriverà oppure no a un voto sul discorso che pronuncerà il presidente del Consiglio. I giorni di `decantazione´ da quando Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni dell’ex numero uno della Bce sono serviti ai partiti per confrontarsi sul da farsi. Con Pd, Iv e Insieme per il futuro in prima linea per la prosecuzione dell’esecutivo. 

Mentre nel Movimento 5 stelle continua il dibattito sulla possibilità o meno di sostenere il governo: il ministro Fabiana Dadone ha spiegato che intende seguire l’ex presidente del Consiglio, altri potenziali `dissidenti´ potrebbero rientrare nei ranghi mentre il presidente dei deputati pentastellati Davide Crippa è sulla linea di non smarcarsi dal governo, «dall’opposizione non si può migliorare la vita dei cittadini, il M5s finirebbe per fare soltanto propaganda», la posizione espressa nell’assemblea congiunta.

Una tesi che però mentre alla Camera è condivisa comunque da un gruppo di deputati (potrebbero arrivare al massimo a venti, si spiega in M5s), a palazzo Madama non trova adesioni, i contiani infatti sono convinti di non perdere pezzi.

 Un segnale dello scontro tra governisti e contiani è la decisione del direttivo pentastellato a Montecitorio di non rinnovare il contratto a Casalino dal 15 luglio mentre Beppe Grillo ha cambiato la foto sul suo profilo Watsapp sostituendola con l’immagine di un barattolo di colla coccoina. Si attende ora di capire innanzitutto se l’operazione senza Conte in maggioranza possa andare in porto, solo dopo l’esito della discussione il Pd e la Lega tireranno un bilancio riunendo i gruppi parlamentari. 

Ma su due posizioni differenti, perché mentre nel partito democratico prevale largamente la tesi che occorra andare avanti anche senza Conte («Giovedì la Bce presenterà i nuovi strumenti per aiutarci a combattere lo spread. Ma se il giorno prima, mercoledì, in Parlamento non siamo noi a tirarci su da soli sarà più difficile poi chiedere agli altri di salvarci», osserva il segretario dem Enrico Letta), nella maggioranza della Lega c’è la consapevolezza che occorrerebbe andare in ogni caso al voto e che quindi non si possa far finta di niente. Anche se Matteo Salvini ha firmato una dichiarazione congiunta con Silvio Berlusconi in cui non chiudeva all’ipotesi di un esecutivo senza M5s.

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