Ddl fermo in Senato, Gentiloni fa pressing sul Governo: il salario minimo è "indispensabile"
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Ddl fermo in Senato, Gentiloni fa pressing sul Governo: il salario minimo è "indispensabile"

Secondo l'ex premier, il tema della perdita del potere d'acquisto degli stipendi e dell'aumento delle diseguaglianze "non può essere ignorato".

Ddl fermo in Senato, Gentiloni fa pressing sul Governo: il salario minimo è "indispensabile"
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4 Giugno 2022 - 09.47


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Il salario minimo è “indispensabile”. È quanto afferma il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, sottolineando che il tema della perdita del potere d’acquisto degli stipendi e dell’aumento delle diseguaglianze “non può essere ignorato”. “Bisogna garantire diritti ai lavoratori delle piattaforme digitali e alzare le tasse alle grandi multinazionali che escono vincitrici dalle crisi di questi anni, dalla pandemia e alla guerra”, ha aggiunto l’ex premier. Intanto il ddl è fermo in Senato e nella maggioranza si profila lo scontro politico sulla misura.

Iter fermo e scontro politico – Come per concorrenza e delega fiscale, alla fine potrebbe servire la mediazione del governo anche per sbloccare il braccio di ferro sul salario minimo. Una priorità per il M5s, una riforma che sarebbe ideale chiudere entro fine legislatura per il Pd, mentre il centrodestra si prepara a bloccarla in commissione Lavoro al Senato, dove l’iter che proseguiva al rallentatore dal 2018 si è sbloccato un mese fa. Se e quando si comincerà a votare sugli emendamenti, si profila un altro scontro politico nella maggioranza. Le proposte depositate – “Speriamo di poter ripartire con l’esame dopo le Comunali”, auspica Susy Matrisciano (M5s), presidente della commissione Lavoro del Senato. Qui da inizio legislatura sono state depositate sei proposte, ed è stato scelto come testo base quella (dei tempi del Conte 1) di Nunzia Catalfo.

L’ex ministro del Lavoro ad aprile 2021 ne ha poi presentata un’altra, non più solo sul salario minimo ma anche sulla rappresentanza delle parti sociali nella contrattazione collettiva, proponendo pure la detassazione degli aumenti dettati dai rinnovi contrattuali. Non si può scendere sotto i 9 euro orari – È il modello a cui tendere, a partire dai 9 euro netti orari come base sotto cui non si può scendere, livello ora non garantito a circa 4,5 milioni di lavoratori secondo i dati Inps. I lavori si sono sbloccati il 10 maggio, dopo le accuse del leader del M5s Giuseppe Conte ai senatori dem, secondo lui responsabili della stasi in commissione. Gli emendamenti sono già stati illustrati (molti sono sostitutivi o abrogativi) e si attendono le relazioni tecniche dei ministeri dell’Economia e del Lavoro e i pareri della commissione Bilancio di Palazzo Madama.

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