La figura meschina non frena Salvini: ora va in Vaticano a 'informare' sulla crisi umanitaria
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La figura meschina non frena Salvini: ora va in Vaticano a 'informare' sulla crisi umanitaria

Salvini ha incontrato Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede.

La figura meschina non frena Salvini: ora va in Vaticano a 'informare' sulla crisi umanitaria
Matteo Salvini
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10 Marzo 2022 - 18.45


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Di Salvini si può dire tutto, ma non che non abbia una faccia tosta da far invidia persino ai russi. Dopo l’enorme figuraccia internazionale fatta in Polonia, roba da far impallidire il Berlusconi dei tempi d’oro, il leader leghista non si frena e si reca in Vaticano per incontrare monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede.

Cosa sarà andato a dire Salvini al Vaticano? Nel comunicato stampa – diramato dalla Lega – si legge che “Salvini ha illustrato i dettagli del suo recente viaggio in Polonia, descrivendo l’immane tragedia umanitaria che si sta consumando al confine con l’Ucraina”. 

Che al Vaticano avessero bisogno di Matteo Salvini pacifista – quel Matteo Salvini, quello che ha costruito una carriera politica sul negare aiuti umanitari a chi fugge da guerre che lui stesso, non più tardi di una settimana fa, ha definito ‘guerre finte’ – per sapere che in Ucraina c’è una crisi umanitaria è fonte di grossi dubbi. 

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Ma non è finita: Salvini ha anche annunciato il coinvolgimento degli amministratori locali della Lega per garantire accoglienza alle famiglie ucraine in fuga. E ha annunciato che nei prossimi giorni si concretizzeranno altre iniziative solidali come la partenza di un tir e di alcuni van. 

Insomma, Salvini sta mettendo su una macchina dell’accoglienza notevole. Parole che mai ci saremmo sognati di scrivere, se non fosse che per troppi anni il leader leghista ha incentrato la sua retorica sull’invasione dei migranti, sul fatto che l’Italia non può accogliere, l’Italia agli italiani, eccetera eccetera. Cosa è cambiato? 

Principalmente, il colore della pelle dei profughi. E poi, anche il fatto che Salvini deve disperatamente rifarsi una verginità come pacifista, dopo anni di asservimento a Putin. E infine, anche lo scenario dove stanno avvenendo questi avvenimenti, come la Polonia nazionalista di cui Salvini vorrebbe tanto essere amico come lo è con l’Ungheria di Orban. 

Insomma, tutto fa brodo. Ma la figuraccia in Polonia resta, e resterà a lungo. E non basta mettersi il cappellino da boy scout e fare retorica pacifista per dimenticare che questo è lo stesso uomo attualmente indagato per il presunto sequestro dei migranti a bordo della Sea Watch. 

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