Catasto, la destra tenta di far cadere il governo e Meloni gioca con le parole: "È una patrimoniale" (non è vero)
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Catasto, la destra tenta di far cadere il governo e Meloni gioca con le parole: "È una patrimoniale" (non è vero)

Un emendamento alla legge delega sulla riforma fiscale per eliminare l'articolo sulla riforma del catasto ha fatto rischiare la crisi di governo

Catasto, la destra tenta di far cadere il governo e Meloni gioca con le parole: "È una patrimoniale" (non è vero)
Giorgia Meloni
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4 Marzo 2022 - 16.48


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Giorgia Meloni risponde piccata su Twitter a Enrico Letta, riguardo il tema della riforma del catasto (che lei chiama, mentendo, ‘patrimoniale’): “In uno dei giorni più drammatici della storia recente e con due stati di emergenza aperti siete riusciti a mettere una patrimoniale. A rimanere senza parole sono gli italiani”. 

Che cosa è successo? Ieri si è votato un emendamento al disegno di legge delega sulla riforma fiscale e si è rischiata la crisi di governo: l’emendamento era stato proposto dal centrodestra nel corso dell’esame della legga da parte della Commissione Finanze della Camera. 

L’emendamento prevedeva la soppressione di un articolo relativo alla riforma del catasto. Non è passato per un solo voto (22 a 23): a favore hanno votato Lega, Forza Italia, Coraggio Italia e due deputati del Gruppo Misto, mentre hanno votato contro Partito Democratico, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, Azione e Südtiroler Volkspartei.

La maggioranza di governo si è di fatto divisa. È stato un deputato di centrodestra, Alessandro Colucci di Noi con l’Italia, il partito di Maurizio Lupi, a far scampare la crisi, votando contro insieme alla maggioranza di centrosinistra. 

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Il disegno di legge comprende 10 articoli ma è sul sesto che la maggioranza ha rischiato di spaccarsi, il sesto, quello sulla riforma del catasto: l’articolo prevede una revisione del sistema catastale italiano che dovrebbe avvenire soprattutto rafforzando gli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per mappare gli immobili sconosciuti al fisco, e rideterminando i valori di mercato delle abitazioni tenendo conto anche delle aree in cui sono costruite. 

Tra l’altro, il disegno di legge specifica che questa revisione è a solo a scopo informativo e non «per la determinazione della base imponibile dei tributi». In sostanza i nuovi valori catastali non saranno utilizzati per calcolare le imposte sugli immobili.

Ma una riforma del catasto è un’ottima occasione per fare un po’ di campagna elettorale. E nonostante in sostanza non sarebbe cambiato nulla, la destra ha tentato il blitz per dare la spallata al governo. Questo tenendo presente che Mario Draghi aveva specificato che la riforma catastale potesse causare un aumento delle tasse sugli immobili. 

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Eppure questo emendamento per sopprimere la legge è stato motivo di forte preoccupazione, tanto che si vocifera che Draghi avesse intenzione di rassegnare le dimissioni nel caso fosse stato approvato. 

C’è molto caos, anche nella destra, perché non tutti erano d’accordo. Il Ministro Brunetta (che però, essendo Ministro, è abbastanza ovvio che stia dalla parte del Governo) ha definito ‘incomprensibile’ la proposta di emendamento. 

Dopo la votazione, il segretario del Pd Enrico Letta aveva scritto: “”Il centrodestra ha appena tentato di far cadere il governo Draghi sul riordino del catasto. Non vi è riuscito per un soffio. Abbiamo tenuto. Sembra una fake news, in uno dei giorni più drammatici della nostra storia recente. Purtroppo è una notizia vera. Sono senza parole”. 

La risposta della Meloni, che parla impropriamente di patrimoniale, è effettivamente senza senso: non c’era nessun effetto reale di questa riforma e non si trattava di una patrimoniale. Come sempre, si gioca con le parole per nascondere il cinismo della destra, che ha tentato di far cadere il governo nel bel mezzo di una guerra in Europa. 

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