Ucraina, De Magistris chiede diplomazia: "L'Italia è già in guerra, ma non si deve sapere"
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Ucraina, De Magistris chiede diplomazia: "L'Italia è già in guerra, ma non si deve sapere"

L'ex sindaco di Napoli ha puntato il dito contro la voglia di intervenire nel conflitto ucraino da parte del governo Draghi, che negherebbe quanto affermato in Costituzione.

Ucraina, De Magistris chiede diplomazia: "L'Italia è già in guerra, ma non si deve sapere"
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3 Marzo 2022 - 10.33


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L’ex Sindaco di Napoli Luigi De Magistris è intervenuto sul dibattito relativo alla guerra in Ucraina, puntando il dito contro le decisioni del governo Draghi.

“Nella nostra Costituzione è scritto che l’Italia ripudia la guerra’, ma da questa settimana di fatto il Governo Draghi e il Parlamento tutto, tranne poche eccezioni, l’ha trasformata in: ‘l’Italia ripudierebbe la guerra’. Le guerre vanno sempre ripudiate, non ci sono quelle belle e quelle brutte, così come i profughi, non ci sono quelli belli e quelli brutti. L’Occidente ha fatto molto poco per scongiurare questa guerra, che si poteva e doveva evitare, e sta facendo molto poco per trovare una soluzione diplomatica e politica al terribile conflitto in atto. Subiamo la subalternità alla Nato e quindi agli Stati Uniti e un’assenza di leadership europea autorevole. All’escalation di Putin non si risponde con un’altra, seppur diversa, escalation. Sanzioni pesantissime che ricadono sul popolo russo e sui popoli europei, fornitura di armi che significa entrare nello scenario di guerra”.

“Se si vuole isolare chi ha usato l’orrore della guerra – ha continuato De Magistris – lo si fa con le armi della non violenza, della diplomazia e della politica. Come sta cercando di fare la Cina, che ha condannato la violazione della sovranità nazionale dell’Ucraina da parte della Russia, ma ha anche stigmatizzato la condotta dell’Occidente che non ha considerato le preoccupazioni della Russia circa l’espansione della Nato fino ai suoi confini, e ha bollato come illegittime le sanzioni perché non decise dall’Onu. Una lezione di diritto internazionale. Ed allora l’Occidente, in particolare Francia e Germania, sostengano con forza i fragili negoziati in corso tra russi ed ucraini. Si può e si deve assolutamente trovare una soluzione”.

L’ex sindaco di Napoli ha anche auspicato “una conferenza internazionale immediata tra russi ed ucraini, con Onu ed Unione Europea al tavolo, con la mediazione della Cina, per un immediato cessate il fuoco, per corridoi umanitari e soccorsi alla popolazione, il riconoscimento dell’Ucraina come Stato europeo, aperto e neutrale, perno della costruzione della nuova sicurezza in Europa e ponte di pace verso la Russia, senza il suo ingresso nella Nato, ed autonomia vera e piena ai territori del Donbass. I popoli intanto si devono mobilitare per la pace contro la guerra e spingere gli Stati a negoziare la fine delle ostilità. Bisogna porre fine alla guerra non con le armi, ma con il dialogo, la diplomazia e le proposte politiche. Mi riconosco nel pensiero di Papa Francesco, di Gino Strada, di Gandhi, di Mandela, di Madre Teresa di Calcutta. Non sto invece con Putin, con la Nato, con chi invia armi e ci sta in maniera irresponsabile trascinando in guerra”.

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