Quirinale, siamo alla quarta chiama ma i partiti non hanno ancora un nome condiviso
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Quirinale, siamo alla quarta chiama ma i partiti non hanno ancora un nome condiviso

Più voti anche al giurista Maddalena passato dai 39 di ieri a 61. Meloni: 'Ho fatto la scelta di non continuare a votare scheda bianca'. Letta con un tweet chiude alla Casellati: 'Così salta tutto'

Quirinale, siamo alla quarta chiama ma i partiti non hanno ancora un nome condiviso
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27 Gennaio 2022 - 09.48


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Alle 11 inizierà la quarta votazione nella quale il quorum scende a 505 voti per eleggere il nuovo Capo dello Stato, del quale però ancora non se ne intravede l’ombra.

Le consultazioni tra i partiti sono ancora in stallo, con il centrodestra che prova a forzare la mano con un candidato proposto da loro, ma con il rifiuto del centrosinistra che preferisce un nome condiviso.

Poche le certezze sui nomi ,se non che aumenta il consenso nei confronti di Sergio Mattarella e che il centrodestra deve provare a ricompattarsi dopo lo “strappo” di Fdi che – in polemica per la scelta di votare scheda bianca – ha dato indicazione di votare Guido Crosetto. Un nome che raccoglie 114 consensi, ben oltre i numeri dei grandi elettori di Giorgia Meloni.

In questo clima i mercati mostrano segni di nervosismo e sembrano chiedere di fare in fretta, con lo spread arrivato a 140.3 punti base per la prima volta in un anno e mezzo. Centrodestra e centrosinistra hanno il programma riunioni con i loro parlamentari e poi Salvini, Meloni e Tajani insieme ai piccoli della coalizione si ritroveranno per discutere la possibilità di convergere su Pier Ferdinando Casini.

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Il leader della Lega dovrebbe poi incontrare Enrico Letta e Giuseppe Conte per arrivare alla stretta finale. Oltre a Casini, sul tavolo resta il nome di Mario Draghi e sullo sfondo il bis di Sergio Mattarella. A smuovere le acque è il leader della Lega e le voci di un incontro con Sabino Cassese.

Un incontro che sarebbe avvenuto nella casa del giudice emerito della Consulta ai Parioli ma che la Lega prontamente smentisce. A meno di sorprese dunque i nomi su cui si continua a lavorare sono gli stessi mentre appare tramontata l’idea del centrodestra di tentare la “spallata” proponendo il presidente del Senato Elisabetta Casellati. Una candidatura su cui il centrosinistra alza il muro: “Assurda e incomprensibile”, la bolla Enrico Letta che invita Salvini a fermarsi per evitare che “salti la maggioranza”.

Gli fa eco Luigi Di Maio : “Se domani si va al muro contro muro tra centrodestra e centrosinistra, si rischia di spaccare seriamente la maggioranza. Cerchiamo un nome condiviso”. Salvini però appare irremovibile e dopo una giornata di tensioni con Meloni prova a ricucire: ” Il centrodestra è al lavoro per trovare un nome d’area. La sinistra sembra non avere nessun nominativo spendibile”.

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Parole che suonano come una risposta a Giorgia Meloni che aveva reclamato unità: “Continuiamo a ritenere imprescindibile una votazione compatta del centrodestra su un candidato della coalizione, come concordemente valutato nell’ultimo vertice. A Matteo Salvini il mandato di individuare, attraverso le sue molteplici interlocuzioni, il candidato più attrattivo tra quelli presentati ieri”.

Nessuno spiraglio invece di fronte all’ipotesi di convergere su Draghi. il segretario leghista torna ribadire la necessità che Draghi resti a palazzo Chigi: “Senza il premier penso che avrebbe qualche difficoltà di linea di direzione”. Un fronte, quello che non vuole che il premier traslochi al Colle, che comprende anche Beppe Grillo. Il fondatore M5s nel corso di una telefonata con Giuseppe Conte avrebbe concordato sul fatto che il presidente del Consiglio resti a Chigi.

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