Nell’aprire il suo intervento agli Stati generali dei consulenti del lavoro, Matteo Salvini è passato al contrattacco, dopo ore in cui tutti facevano notare come la Lega si sia allineata senza fiatare al Governo sul Super Green Pass.
“Oggi ho preso un aereo da Milano perché ci tenevo a essere qui, perché io della vita a distanza comincio ad averne a sufficienza” ha detto Salvini, manifestando insofferenza per le misure di restrizioni e implicitamente dicendo che di queste restrizioni in fondo si potrebbe anche fare a meno.
Poi, l’affondo: “Questo è un governo molto particolare e a cui abbiamo scelto di entrare per motivazioni eccezionali e stiamo pagando, come partito, per questo”. Un attacco diretto al Governo Draghi, in cui la Lega è entrata per non restare all’opposizione con Giorgia Meloni e avere del potere decisionale. Una decisione che però ha fatto molto male a Salvini (più a lui che alla Lega, a dirla tutta), che si è visto scivolare via un consenso che aveva guadagnato con le sue baracconate arruffapopoli (rosari, divise, selfie in spiaggia e mohito) che al Governo di Mario Draghi piacciono poco.
Una Lega più moderata ha prevalso nella linea del Governo, la stessa che ha visto i governatori regionali Zaia, Fedriga e Fontana (tutti leghisti) in prima linea per l’approvazione del Super Green Pass.
“Per me il partito viene dopo il Paese” ha detto Salvini, una frase molto pesante che manda un messaggio preciso ai leghisti: o si allineano a lui, oppure…Oppure cosa? Quali opzioni ha Salvini? È pensabile un Salvini senza la Lega? Cosa avrà in mente il Capitano?
