Fratoianni: “Serve un’Italia più giusta, se Calenda e Renzi si alleano non interessa a nessuno”
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Fratoianni: “Serve un’Italia più giusta, se Calenda e Renzi si alleano non interessa a nessuno”

Il portavoce di Sinistra Italiana: “Abbiamo vinto ma ora non perdiamo tempo: il dato preoccupante è quello dell’affluenza, dobbiamo occuparci dei problemi della gente”

Nicola Fratoianni
Nicola Fratoianni
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19 Ottobre 2021 - 19.58


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In un suo commento su Huffington Post, il portavoce di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, dopo aver preso atto dell’innegabile vittoria del centrosinistra, fa un appello – come molti altri oggi – a non perdere di vista gli obiettivi della sinistra e a non perdere tempo, ora che, dopo tanto tempo, sembra che la parabola delle destre sia discendente. 
“L’ambizione di costruire coalizioni larghe e inclusive, come abbiamo fatto in maniera vincente a Bologna, è cosa buona e giusta. Ma non è sufficiente. Soprattutto se ci attardassimo, come purtroppo spesso accade, a discutere per un tempo infinito del perimetro della coalizione” scrive Fratoianni, che continua con un messaggio chiaro e netto: “Ai giovani che campano con i 400 euro dei tirocini (quando ce li hanno) non interessa se con noi c’è o non c’è Renzi.

I lavoratori di GKN o delle altre fabbriche strette nella morsa delle delocalizzazioni non perdono il sonno cercando di capire se Calenda farà parte della coalizione, e francamente non lo perdiamo nemmeno noi”. 
Insomma, mettiamo da parte le diatribe e facciamo un punto sui problemi delle persone. Anche perché, continua Fratoianni, non si deve sottovalutare il punto dolente di queste amministrative, ossia l’affluenza: “È innegabile che in quel dato ci sia una parte del problema che dobbiamo affrontare. Si tratta quasi certamente di persone che hanno problemi economico-sociali, che più duramente di altre pagano la crisi, la pandemia e la mancanza di reti istituzionali, sociali e politiche che rispondano alle loro difficoltà. Sono quelle persone che si sentono escluse probabilmente persino dalla cittadinanza, se rinunciano ad esercitarne il principale diritto/dovere, attraverso l’espressione del voto”. 

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