La giusta analisi di Minniti sull'assalto fascista alla Cgil: "Non è una protesta degenerata, è eversione"
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La giusta analisi di Minniti sull'assalto fascista alla Cgil: "Non è una protesta degenerata, è eversione"

Il Ministro dell'Interno condanna l'assedio fascista di Forza Nuova: "Si tratta di qualcosa di più, di molto di più. Si chiama 'eversione'. Una parola che una democrazia spera di utilizzare sempre di rado. Molto di rado"

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12 Ottobre 2021 - 11.36


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Marco Minniti, già Ministro dell’Interno, in un editoriale di oggi su Repubblica ha condannato senza rispammiarsi l’assedio fascista di Forza Nuova alla sede della Cgil.
“Quando si progetta e poi si tenta di assaltare la sede di un governo. Quando si attacca e si devasta la sede di un sindacato. Quando si usa sistematicamente la violenza nei confronti delle forze di polizia. Non siamo di fronte ad una protesta degenerata in atti inaccettabili. Si tratta di qualcosa di più, di molto di più. Si chiama ‘eversione’. Una parola che una democrazia spera di utilizzare sempre di rado. Molto di rado. E che, tuttavia, non dovrebbe mai mancare nel vocabolario di coloro che la rappresentano, siano essi al governo o all’opposizione. Una ‘minaccia radicale’, appunto, che non consente giri di parole. In democrazia, l’eversione si stronca. È semplicemente un dovere. Gli arresti di queste ore sono stati una prima, forte risposta. Si indaghi. Si vada fino in fondo. La nostra democrazia ha le capacità e la forza morale per farlo”.
Ha poi proseguito: “Un atto eversivo, dunque, progettato, guidato, innescato da Forza Nuova e dalla sua leadership collettiva. Un’organizzazione che affonda il suo passato e il suo presente nella storia della destra più radicale ed estremista. Un’organizzazione che non ha mai rotto con il nazismo ed il fascismo – ha continuato – né tantomeno con le organizzazioni terroristiche che ad essi si ispiravano. Un atto eversivo, dunque, di matrice fascista con la minaccia di una più ampia e diffusa reiterazione. Ci sono tutti gli estremi per un decreto, ben motivato, di scioglimento di Forza Nuova da parte del ministero dell’Interno. Una decisione impegnativa ma giusta. Con l’auspicio che sia anche tempestiva. Ci sono passaggi in cui la rapidità delle scelte ne testimonia la forza. Sarebbe molto importante che su una scelta di questo tipo ci fosse una adesione corale. Non si tratta di mettere da parte convincimenti e battaglie politiche ma di aderire al principio di salvaguardia della ‘salute della Repubblica’”.
“Abbiamo forze di Polizia tra le migliori al mondo, forse, le migliori, nella attività di Ordine pubblico. Una delle prerogative più difficili e delicate per una forza di polizia. Saper ”leggere” una piazza, saper tenere insieme fermezza e dialogo. Le polizie italiane lo hanno imparato in lunghi anni di esperienza che, necessariamente, si sono incrociati con la storia del nostro Paese. Una storia, oggi di ”successo”, passata, tuttavia, da momenti difficilissimi e drammatici come, per esempio, quelli del G8 di Genova. Forti, fortissimi di questa consapevolezza si analizzi se e, in caso, cosa non ha funzionato. È il modo migliore per evitare personalizzazioni e strumentalizzazioni. Da ragazzo, all’inizio degli anni ’70, ho incrociato e vissuto una delle pagine più buie della storia della Repubblica: ”il boia chi molla”. Il più organizzato, duraturo, partecipato tentativo di ”rottura democratica” della storia italiana e forse non solo”.

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