Una misura che sarà uno dei prossimi argomenti di scontro all’interno della maggioranza, con il M5s e il Pd da una parte e Italia Viva dall’altra.
“Ha fatto bene il presidente del Consiglio a difendere il principio alla base del Reddito di cittadinanza”.
A sottolinearlo è la vicesegretaria del Pd Irene Tinagli.
Per Tinagli, “dare sostegno ai cittadini in stato di povertà è giusto e lungimirante. Ma condividere il principio non significa rinunciare a migliorare uno strumento necessario per evitare l’aggravarsi della questione sociale. E sbaglia – aggiunge – chi dice che serva solo a chi non vuole rimboccarsi le maniche. Basti ricordare che soltanto un terzo dei percettori (3,6 milioni di persone in 1,3 milioni di nuclei familiari) è occupabile; due terzi sono anziani, bambini e disabili che hanno bisogno di aiuto per sopravvivere”.
In merito alla posizione di Salvini, l’esponente Dem osserva:
“Siccome la Lega lo ha votato quando era al governo con il M5S, adesso ci deve spiegare perché nel 2019 andava bene e ora non più. E’ una cosa paradossale, anche se Salvini ci ha abituati alle contraddizioni”.
E del referendum abrogativo di Renzi che ne pensa? “Una posizione incomprensibile da parte di un ex premier che a suo tempo aveva promosso uno strumento come il Rei, il reddito di inclusione – risponde – il concetto è lo stesso”.
Per Tinagli, “è necessario rivedere i criteri di accesso, ma senza far piombare nel limbo milioni di italiani poveri. Come occorre risolvere l’altra grande criticità sui meccanismi di inserimento lavorativo – dice – un problema che per la verità c’era già: se il Reddito di cittadinanza non funziona è anche perché è stato introdotto in modo frettoloso prima di riformare i centri dell’impiego e le politiche attive per il lavoro”.
Argomenti: matteo renzi