Tinagli (Pd): " Incomprensibile che Renzi voglia abolire il reddito di cittadinanza"
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Tinagli (Pd): " Incomprensibile che Renzi voglia abolire il reddito di cittadinanza"

La vice-segretaria dem: "È necessario rivedere i criteri di accesso, ma senza far piombare nel limbo milioni di italiani poveri"

Irene Tinagli, vicesegretaria del Pd
Irene Tinagli, vicesegretaria del Pd
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8 Agosto 2021 - 10.36


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Una misura che sarà uno dei prossimi argomenti di scontro all’interno della maggioranza, con il M5s e il Pd da una parte e Italia Viva dall’altra.
“Ha fatto bene il presidente del Consiglio a difendere il principio alla base del Reddito di cittadinanza”.

A sottolinearlo è la vicesegretaria del Pd Irene Tinagli.

Per Tinagli, “dare sostegno ai cittadini in stato di povertà è giusto e lungimirante. Ma condividere il principio non significa rinunciare a migliorare uno strumento necessario per evitare l’aggravarsi della questione sociale. E sbaglia – aggiunge – chi dice che serva solo a chi non vuole rimboccarsi le maniche. Basti ricordare che soltanto un terzo dei percettori (3,6 milioni di persone in 1,3 milioni di nuclei familiari) è occupabile; due terzi sono anziani, bambini e disabili che hanno bisogno di aiuto per sopravvivere”.

In merito alla posizione di Salvini, l’esponente Dem osserva:

“Siccome la Lega lo ha votato quando era al governo con il M5S, adesso ci deve spiegare perché nel 2019 andava bene e ora non più. E’ una cosa paradossale, anche se Salvini ci ha abituati alle contraddizioni”.

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E del referendum abrogativo di Renzi che ne pensa? “Una posizione incomprensibile da parte di un ex premier che a suo tempo aveva promosso uno strumento come il Rei, il reddito di inclusione – risponde – il concetto è lo stesso”.

Per Tinagli, “è necessario rivedere i criteri di accesso, ma senza far piombare nel limbo milioni di italiani poveri. Come occorre risolvere l’altra grande criticità sui meccanismi di inserimento lavorativo – dice – un problema che per la verità c’era già: se il Reddito di cittadinanza non funziona è anche perché è stato introdotto in modo frettoloso prima di riformare i centri dell’impiego e le politiche attive per il lavoro”.

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