Pasquino a testa bassa contro Renzi: "È un megalomane senza alcuna capacità strategica"
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Pasquino a testa bassa contro Renzi: "È un megalomane senza alcuna capacità strategica"

Il professore di Scienza della Politica all'università di Bologna: "Se davvero Renzi fosse stato così abile, avrebbe dovuto capire che le scissioni pagano poco in termini di resa politica"

Matteo Renzi
Matteo Renzi
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9 Aprile 2021 - 14.59


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Il professore Gianfranco Pasquino, chiamato a ‘decifrare’ la direzione di Renzi a seguito della nascita del Governo Draghi, ha commentato in modo poco lusinghiero per il leader di Italia Viva: “Della destinazione o del futuro politico di Matteo Renzi ne parlo, ma a una condizione: che io venga presentato come un profeta che possiede infallibili proprietà divinatorie”.
“Io comprendo benissimo da dove nasca il dilemma – naturalmente, lo definisco così per chi è interessato alla materia – cosa farà Renzi? È vero o no, che vuole lasciare la politica per dedicarsi a altro? Nasce da un recente articolo pubblicato dal ‘Corriere della Sera’. Detto questo, quando Renzi quando esce dal suo solipsismo – continua il professore emerito di Scienza della Politica all’università di Bologna – si rende conto di aver fatto un grave errore uscendo dal Pd, che Iv non va da nessuna parte perché, fuori dal Parlamento, non ha alcun radicamento nè presenza sul territorio”. 
“Se davvero Renzi fosse stato così abile, avrebbe dovuto capire che le scissioni pagano poco in termini di resa politica. Cosa che anche Leu e Bersani dovrebbero aver capito. Renzi è bravo a distruggere – prosegue Pasquino – ha vinto finché la fortuna è stata dalla sua parte. Ma è un megalomane senza capacità di elaborazione strategica e quindi è incapace di costruire un progetto che vada oltre la tattica quotidiana. Nessuno dovrebbe dimenticare che ha fatto cadere i governi Letta e Conte e quando poi dice che è stato lui a permettere la costruzione del governo Draghi, dice un’enorme falsità perché il governo Draghi è opera di Mattarella”. 
“Quindi – prosegue il politologo – adesso è lì che aspetta, sapendo bene che qualcuno dei suoi – assillato dalla minaccia di perdere il posto a causa della riduzione del numero dei parlamentari nella prossima legislatura – ha le valigie pronte e ha già bussato alla porta del Pd, sperando che Letta generosamente gli offra una candidatura. Quanto alla legge elettorale. Alta o bassa che sia, la soglia di sbarramento sarà un’ostacolo insormontabile per Iv. Se riesce a rieleggerne 3 o 4 è un miracolo”.
“Letta può prendersi la sua rivincita? Credo – risponde Pasquino – che Letta dovrebbe guardare oltre Iv, lì c’è poco da raccogliere. Certo dovrebbe recuperare il voto disperso del Pd ma avere anche l’ambizione di catturare il voto del centro destra moderato. Fi e Berlusconi sono stati molto intelligenti, approdando nella coalizione che sostiene il governo Draghi. Ma quando sarà il momento di votare siamo sicuri che i consensi di Fi confluiranno in un’alleanza con Salvini e Meloni? Letta dovrebbe essere abile da offrire qualcosa in termini programmatici agli elettori di Fi”.
Il segretario del Pd non ha fatto mistero di voler tornare a un sistema elettorale che favorisca il bipolarismo, ma in Parlamento si discute una legge di tipo proporzionale. “Ricordo che con la proporzionale le alleanze si fanno dopo aver contato i voti e non prima di aprire i seggi. Non dimentichiamo che una parte dell’elettorato Pd con Di Maio e Grillo non ci vuole stare. Certo Letta dovrà tenere aperto un canale di comunicazione con i 5Stelle e alle amministrative decidere di volta in volta che candidato proporre o sostenere. E, una volta arrivati in prossimità delle elezioni politiche, tirare le somme e decidere che tipo di strada fare insieme”, conclude Pasquino.

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