Addio Franco Marini: l'Alpino sindacalista che diventò Presidente del Senato
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Addio Franco Marini: l'Alpino sindacalista che diventò Presidente del Senato

Risultato positivo al coronavirus, era stato ricoverato nel reparto Covid dell'ospedale San Camillo de Lellis di Rieti il 4 gennaio scorso e poi dimesso. Il cordoglio del mondo politico

L'ex presidente del Senato Franco Marini
L'ex presidente del Senato Franco Marini
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9 Febbraio 2021 - 08.08


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Non ce l’ha fatta Franco Marini. L’ex presidente del Senato, risultato positivo al coronavirus, era stato ricoverato nel reparto Covid dell’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti il 4 gennaio scorso per poi essere dimesso il 27 gennaio.

Alpino in gioventù, rimasto per tutta la vita legato alle montagne del suo Abruzzo, dove era nato il 9 aprile del 1933 a San Pio delle Camere (piccolo comune di 680 anime alle pendici del Gran Sasso a poca distanza da l’Aquila), Marini aveva mosso i primi passi della sua lunga attività pubblica nella Cisl. Era il 1950, anno in cui prese la tessera della Dc, dopo la militanza nelle Acli.

Primo figlio di una numerosa famiglia di modeste condizioni economiche, a nove anni si trasferì a Rieti, seguendo, con la madre e i fratelli, il padre per le esigenze di lavoro. Studi classici al liceo Marco Terenzio Varrone, segue la laurea in legge e il servizio di leva come ufficiale negli alpini. ”La mia – raccontò in un’intervista – era una famiglia di emigranti, come tante in Abruzzo. Mio nonno era andato in America cinque volte. Lavorava un paio d’anni e riportava un po’ di soldi per comprare un pezzo di terra”.

Dopo gli anni della formazione alla scuola del sindacato che frequenta insieme a Pierre Carniti, Eraldo Crea e Renato Colombo, nel 1964 affiancò il ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, Giulio Pastore. Un anno dopo viene nominato segretario generale aggiunto della federazione dei Dipendenti Pubblici della Cisl, della quale, nel 1985, divenne segretario nazionale. Marini vive in prima linea l’ascesa del sindacato egemonizzato dalla forza della Cgil, gli anni delle lotte operaie, dell’unità sindacale, delle lunghe vertenze con il ‘padronato’, le tensioni sociali dell’Autunno Caldo e la stagione degli anni di piombo.

Non fu dunque un caso se Carlo Donat-Cattin, che fu suo maestro politico, lo investì come successore alla guida di Forze nuove, la corrente Dc storicamente più vicina al mondo del lavoro. Nel 1991 il salto al governo, nominato da Giulio Andreotti al ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e poi nel 1992 la candidatura con lo Scudocrociato alla Camera, dove risulta il primo degli eletti a livello nazionale. Il segretario Mino Martinazzoli gli affida la segreteria organizzativa del partito, a cui legherà il suo impegno fino alla nascita del Partito popolare italiano, di cui fu segretario dal 1997 al 1999.

Lo stesso anno approda a Strasburgo eletto nel Ppe nella circoscrizione Italia centrale. Dal 1992 al 2006 è alla Camera, prima sotto il simbolo del Ppe, in seguito nell’Ulivo e nella Margherita. Dal 2006 passa al Senato, dove resta fino al 2013. E’ la stagione politica del centrosinistra di Romano Prodi, dell’ascesa e del consolidamento della forza politica di Silvio Berlusconi con Fi e il centrodestra.

Come candidato dell’Unione, Marini viene eletto alla guida di palazzo Madama il 29 aprile 2006 con 165 voti, dopo un testa a testa con Giulio Andreotti, che era sostenuto dalla Casa delle libertà. Al primo scrutinio Marini non aveva raggiunto il quorum richiesto. Fu quella una seduta estenuante, presieduta da Oscar Luigi Scalfaro, caratterizzata da una interminabile e logorante controversia sull’attribuzione di schede che riportavano il nome Francesco e non Franco Marini.

Alla caduta del secondo governo Prodi, nell’estremo tentativo di evitare lo scioglimento delle Camere e la sopravvivenza della XV legislatura, nel febbraio 2008, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli affidò l’incarico di verificare la percorribilità di una maggioranza bipartisan per riformare la legge elettorale e guidare un governo per gli affari correnti fino alle elezioni. Il tentativo naufragò e dopo 4 giorni di consultazioni, il Lupo Marsicano (come lo aveva amichevolmente ribattezzato a suo tempo Romano Prodi), dovette gettare la spugna.

Nel 2013 si presenta alle politiche dopo aver chiesto una deroga al Pd ma non viene rieletto al Senato. Ciò non gli impedisce di essere candidato dai dem al Quirinale, sostenuto da Pdl, Scelta Civica, Lega Nord e da una costellazione di sigle parlamentari che vanno dall’Udc alle minoranze linguistiche e da una parte dei parlamentari del gruppo Misto. Il Colle si trasforma in una cima inespugnabile e Marini si ferma a 521 voti al primo scrutinio, 151 preferenze in meno rispetto al quorum necessario di 672 voti.

E’ Matteo Renzi – tra gli altri – a mettersi di traverso sulla strada che porta Marini alla presidenza della Repubblica. L’allora sindaco di Firenze, qualche giorno prima della convocazione delle Camere in seduta comune, non esitò a definire la candidatura di Marini come successore di Giorgio Napolitano “un dispetto al Paese”.

Verificata l’impossibilità dell’elezione e alla luce dell’impasse che si determina anche al secondo scrutinio, quando le schede bianche sono 418, Marini decide di rinunciare, aprendo la strada al secondo mandato di Giorgio Napolitano.

Sposato dal 1965 con Luisa D’Orazi dalla quale ha avuto il figlio, Davide, l’ex presidente del Senato è stato un appassionato di montagna e di ciclismo. Tifoso di Gino Bartali, ha amato la buona cucina e il buon vino e naturalmente l’immancabile sigaro toscano, che spesso assaporava senza neppure accendere. “Non riesco a immaginare – ebbe a raccontare- le lunghe nottate al tavolo delle trattative sindacali né i momenti che precedevano i caldi comizi in piazza negli anni Sessanta e Settanta, senza il mio sigaro in bocca”.

Il cordoglio delle forze politiche. 

“Oggi piangiamo la scomparsa di Franco Marini, politico e sindacalista di spessore, uomo di indiscussa integrità morale. Presidente del Senato e Ministro, è stato un importante protagonista della nostra storia repubblicana. L’Italia ricorderà il suo prezioso contributo, nei ruoli politici e istituzionali, sui temi del lavoro e sul rafforzamento della democrazia parlamentare. Ai familiari giunga il mio cordoglio e quello del Senato della Repubblica”, la dichiarazione del Presidente del Senato Elisabetta Casellati. “Il mio cordoglio per la scomparsa di Franco Marini, un uomo delle istituzioni. Grande protagonista nella politica e nel sindacato. Ai suoi cari va la vicinanza mia e di Montecitorio”. Così su Twitter il presidente della Camera, Roberto Fico.

“Ci ha lasciato Franco Marini. Un grande Italiano. Instancabile combattente a difesa del futuro e dei diritti dei lavoratori. Protagonista e guida dei cattolici democratici, è stato, davvero per tutti, un esempio e un punto di riferimento per il suo pensiero e per la sua voce libera e autorevole. Tra i fondatori del Partito Democratico, ha combattuto per rafforzare la democrazia e per un Italia più giusta. Siamo tutti più soli”, il messaggio su Facebook del segretario del Pd Nicola Zingaretti.

“Ci ha lasciato Franco Marini. Già presidente del Senato, ministro del Lavoro, segretario generale della Cisl e segretario nazionale del Ppi. Uomo integro, forte e fedele a un grande ideale: la libertà come presupposto della democrazia e della giustizia. Quella vera”. Lo scrive in un tweet Pierluigi Castagnetti. “Ciao Franco”, il saluto su Twitter del leader di Iv Matteo Renzi, condividendo il messaggio di cordoglio di Castagnetti.

“Una preghiera accompagni Franco Marini. Ricordo il suo impegno da parlamentare europeo nella comune casa del Ppe e le lunghe chiacchierate sulla politica italiana. Non la pensavamo sempre alla stessa maniera, ma era una gran persona”. E’ quanto scrive su Twitter il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. “Mi mancherà Franco Marini, combattente e appassionato. Sempre a difesa della democrazia e dei diritti dei lavoratori”, il tweet del ministro della Salute uscente Roberto Speranza. “Ci mancherai Presidente Marini”, scrive su Twitter Debora Serracchiani del Pd.

“Confronto e dialogo. Guardare al minimo comun denominatore piuttosto che al massimo comun divisore. Grazie Franco Marini per quella grande lezione di saggezza, di apertura, di moderazione, di lucidità di visione che è stata la tua vita. La terra ti sia lieve”. Così il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ricorda, via social, l’ex presidente del Senato.

“Ci ha lasciato uno dei grandi protagonisti del sindacato e della politica degli ultimi 40 anni. Uno degli artefici della nascita dell’Ulivo e del centrosinistra, quando con coraggio impedì che il Ppi scivolasse a destra. Io perdo un Maestro, un Padre, un Amico”. Sono le parole di cordoglio del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. “Perdiamo un amico, un uomo delle istituzioni e un politico di grande saggezza. Molto triste per la scomparsa di Franco Marini”. Così Sandro Gozi (Renew Europe) su Twitter.

“La morte di Franco Marini lascia un grande esempio di umanità e impegno politico al servizio del Paese. In tutte le numerose cariche che ha avuto, l’ultima di queste, la presidenza del Senato, ha dimostrato la passione e la lealtà di un uomo con profonde convinzioni, ma capace di dialogare ed apprezzare chi ne aveva di diverse”. Lo dichiara Lucio Malan, vice presidente vicario dei senatori di Forza Italia.

“Con grande dolore esprimo a nome mio personale e di tutti i senatori del gruppo Misto immenso cordoglio per la scomparsa dell’ex presidente del Senato Franco Marini”, dichiara la presidente del gruppo Misto del Senato Loredana De Petris. “Marini è stata una delle voci e delle intelligenze più lucide del cattolicesimo democratico e della sinistra italiana nella seconda metà del ‘900 e a cavallo tra due secoli. Segretario della Cisl, leader del Ppi, presidente del Senato, è stato sempre ispirato, nella lotta sindacale, in quella politica e ai vertici delle istituzioni, dall’esigenza primaria di difendere gli interessi dei lavoratori, senza mai perdere di vista l’interesse generale e la necessità di rendere sempre più reale e sostanziale la democrazia italiana”, prosegue la presidente del gruppo Misto. “La sua acutezza analitica, la sua ironia e simpatia, la sua passione democratica ci mancheranno moltissimo. A tutti i suoi cari vanno il mio commosso abbraccio e la mia vicinanza”, conclude la senatrice De Petris.

“Un grande dolore. Ci ha lasciato un grande sindacalista e presidente del Senato. Un caro amico e maestro. Un riformista capace di ascolto e dialogo. Ciao Franco”. Così la senatrice del Pd Valeria Fedeli ricorda Franco Marini.

“Un grande dolore stamattina per la notizia della scomparsa di Franco Marini. È stato segretario generale della Cisl, ministro del Lavoro, presidente del Senato. Ma soprattutto uomo forte, saggio e autentico. Ciao Franco”, scrive su Twitter la senatrice di Italia Viva e Presidente della Commissione igiene e sanità di Palazzo Madama, Annamaria Parente.

“Addolorata e dispiaciuta per la morte del Presidente Marini. Un uomo di grande valore, difensore dei lavoratori e un politico di visione. Perdiamo un punto di riferimento per chi crede nei valori della libertà e della democrazia”. Lo scrive su Twitter la deputata dem Beatrice Lorenzin.

“Ci ha lasciati a 87 anni Franco Marini, già presidente del Senato, ministro del Lavoro, ex segretario generale CISL e del PPI. Un uomo che credeva nella democrazia e nella giustizia. Politico di razza, sempre cordiale e disponibile, un punto di riferimento, un modello. Condoglianze alla sua famiglia a nome di tutta Italia Viva”. Lo scrive su Facebook Ettore Rosato, vice presidente della Camera e presidente di Italia Viva.

“Franco Marini va ricordato come un grande sindacalista, per la sua capacità di costruzione paziente e intelligente. Sapeva rappresentare persone in carne ed ossa. La sua onorata vita pubblica ha interpretato al meglio questa tradizione, che ha reso la politica – e quindi le istituzioni – capaci di rispondere ad esigenze popolari, e di rifuggire il populismo”, ha scritto su Twitter Francesco Rutelli. “Apprendo con dolore della scomparsa di Franco Marini con cui ho condiviso una parte importante della mia vita politica. Mi stringo alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene”. Così, in una nota, l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi.

“Franco Marini è stato un amico e un combattente politico, protagonista di una lunga stagione nella storia della democrazia italiana. La sua forza è derivata dal legame, mai incrinato, con il mondo del lavoro, con i bisogni e le aspirazioni dei lavoratori italiani. Al tempo stesso, Marini, ha difeso con passione la tradizione del popolarismo cattolico riuscendo a farla vivere anche in una stagione nuova della politica italiana. Senza di lui la stagione dell’Ulivo e la costruzione di un uovo centrosinistra non sarebbero state possibili. Franco ha sempre anteposto gli interessi del paese e le ragioni della battaglia politica e ideale alle sue, pur legittime, ambizioni personali. E anche in questo c’è il senso di un insegnamento, di una lezione di vita che dovrebbe essere raccolta dalle nuove generazioni”. È quanto dice il presidente Massimo D’Alema ricordando l’ex presidente del Senato.

“Se ne è andato un amico caro. Il sindacato è stato parte fondamentale della nostra vita politica. Negli anni del grande protagonismo sociale siamo stati su posizioni opposte ma con la stessa passione, con lo stesso impegno, sempre dalla parte dei lavoratori e sempre legati da un’amicizia che è durata fino ad oggi. Franco è stato un politico forte, determinato e coraggioso e il suo impegno nel cattolicesimo politico-sociale è stato da lui vissuto sempre per il popolo e per il bene del paese. Ciao Franco”. Così l’ex presidente della Camera e leader di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti.
Il sindacato: “La scomparsa di Franco Marini è una notizia che ci addolora profondamente. Marini è stato uno dei padri fondatori della Cisl, per tanti anni segretario generale della nostra organizzazione in tempi difficili per il nostro paese, caratterizzati dall’attacco del terrorismo alle istituzioni”. Lo dichiara, in una nota, la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.

“Franco Marini – prosegue – con il suo pragmatismo, la sua storia e cultura di cattolico popolare è stato un baluardo di democrazia, un riformista convinto, un sindacalista autorevole e saggio, sempre vicino ai lavoratori ed ai più deboli. E successivamente ha trasferito queste sue grandi doti umane e la sua sensibilità sociale alla politica e nei ruoli istitituzionali come Presidente del Senato. È stato sempre per la Cisl un punto di riferimento costante – scrive ancora la leader sindacale – oltre che un amico sincero ed affettuoso che ci è sempre stato vicino con la sua grande umanità e la sua grande personalità. Per questo non lo dimenticheremo mai. La sua scomparsa siamo convinti addolori non solo tutti gli iscritti della Cisl ma tutti gli italiani. Lascia una grande eredità morale, sociale e culturale. In questo momento di profondo dolore, siamo vicini al figlio, alla sua famiglia ed a quanti lo hanno amato ed accompagnato nel corso della sua lunga prestigiosa carriera sindacale e politica”, conclude Furlan.

 
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