Il coronavirus flagella Bergamo, Gori: "La luce in fondo al tunnel ancora non si vede"
Top

Il coronavirus flagella Bergamo, Gori: "La luce in fondo al tunnel ancora non si vede"

Il sindaco confessa il suo sgomento perché nononstante molte misure stringenti i risultati non si vedono ancora

Il sindGori
Il sindGori
Preroll

globalist Modifica articolo

20 Marzo 2020 - 14.02


ATF

La situazione era difficile e resta difficile: “La lucina in fondo al tunnel speriamo che cominci a vedersi, per ora non si vede. A Bergamo abbiamo adottato misure di forte restrizione delle libertà personali e dei movimenti delle persone ormai da più di 10 giorni. Speriamo che cominci a vedersi qualche effetto di questa cosa che io ancora non vedo francamente”.

Lo ha detto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, in collegamento con ‘Stasera Italia’ su Rete Quattro, in merito all’emergenza Coronavirus.
Le dichiarazioni della mattina
A Bergamo non si sa più dove far riposare i morti. “Abbiamo dovuto chiedere il supporto di altri impianti crematori, in altri città, che ci stanno aiutando”. Ha detto il sindaco Giorgio Gori che ha continato: “Quella dei camion militari è un’immagine che più ha scosso le sensibilità: la nostra, ma anche quella di tante persone lontane. Mi pare anche di chi ha responsabilità di governo. È come se l’Italia avesse di colpo realizzato cosa sta davvero succedendo in questa provincia, quello che andiamo raccontando da settimane”.
Sulla sitiazione negli ospedali ha detto: “È allo stremo, aldilà di quanto si possa immaginare. In Lombardia e a Bergamo abbiamo un ottimo sistema sanitario, forse il migliore del nostro Paese. Agli ospedali pubblici si sono affiancati anche quelli privati. Si sono moltiplicati i posti letto, inventati nuovi spazi per le cure intensive. Eppure non basta. Le persone che avrebbero bisogno di essere ricoverate e curate sono molte di più”.
Sulle scelte che i medici fanno su chi curare aggiunge: “Ci siamo arrivati da un pezzo. Quando ho parlato della dolorosa scelta di quei medici parlavo di fatti di cui ero assolutamente certo”.
Si muore in casa: “È quello che sta accedendo. In questa provincia il numero dei decessi a causa del virus è di gran lunga superiore a quello delle statistiche ufficiali. Molti malati anziani muoiono di polmonite a casa loro, o nelle case di riposo, senza che nessuno abbia fatto loro un tampone, né prima né dopo il decesso. Ho chiamato una dozzina di sindaci, per farmi un’idea: in quei comuni il numero dei decessi attribuibili all’epidemia è all’incirca quattro volte quello ufficiale”.

Leggi anche:  Cadavere incastrato nel cassonetto dei vestiti usati: la scoperta questa mattina a Canonica d'Adda

Il governo, proprio in queste ore, sta valutando una ulteriore stretta alle misure di contenimento. Gori è d’accordo: “Sì, assolutamente. Da almeno dieci giorni dico che bisogna chiudere tutte le attività non essenziali. Si salvaguardino le filiere strategiche – alimentare, sanità, energia – e si chiuda il resto. Che senso ha tenere aperta una fabbrica di bottoni o di giocattoli e vietare ai cittadini di fare jogging in campagna?”

Native

Articoli correlati