Zingaretti invoca lo Ius Culturae e il Di Maio 'di destra' salta fuori: "Sconcertato"
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Zingaretti invoca lo Ius Culturae e il Di Maio 'di destra' salta fuori: "Sconcertato"

Quello che resta del capo politico tuona contro il Pd, visto che è convinto che andando contro i migranti si guadagnano voti. Peccato che M5s li abbia già persi e non è finita...

Di Maio e Salvini
Di Maio e Salvini
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17 Novembre 2019 - 17.49


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Chi ha fatto subito da eco ai falsi sillogismi di Toti? Salvini? No, quel nulla politico inventato da una società di comunicazione che si chiama Giggino da Avellino, ossia Di Maio, che è perfino ministro degli Esteri senza alcuna competenza se non quella di aver provocato una crisi diplomatica con la Francia andando ad incontrare degli avventurieri fascisti con il gilet giallo.
Così, mentre M5s si sta liquefacendo il nostro – più o meno come si fa prima del crollo di qualcosa – pensa che negando i diritti alle persone non si perda il consesto che, in realtà, è già perduto perché tanti hanno capito che M5s è l’espressione di un nientismo cosmico che si è esaurito nello spazio di un paio di vaffanculi e di zero capacità di amministrare o governare.
Che ha detto Di Maio? “Col maltempo che flagella l’Italia, il futuro di undicimila lavoratori a Taranto in discussione, qui si parla di ius soli: io sono sconcertato”. 
Lo ha detto Luigi Di Maio, capo politico dei Cinque Stelle, commentando a Salerno, ultima tappa del suo tour in Campania, la proposta del segretario Dem Nicola Zingaretti di inserire nell’agenda parlamentare lo ius soli. “Siamo al governo per governare e non per lanciare slogan o fare campagna elettorale”,
Ha parlato qualcuno che non è mai riuscito ad andare oltre lo slogan o frasi rubate ai baci perugina.

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Le dichiarazioni di Toti sullo Ius Culturae

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