Fico dice no: pressioni su Zingaretti per accettare il Conte-bis
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Fico dice no: pressioni su Zingaretti per accettare il Conte-bis

Zingaretti è ancora fermo sul no al Conte bis anche se se in molti lo invitano a non impuntarsi su un nome

Roberto Fico e Mattarella
Roberto Fico e Mattarella
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25 Agosto 2019 - 08.22


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Prima la presa di posizione grillina: “Nessun confronto è possibile davanti ai veti, come quello che continua ad arrivare sul premier Giuseppe Conte. Se non si sciolgono i veti e non otteniamo le garanzie adeguate per il Paese diventa tutto molto difficile”.

Così fonti del M5s che aggiungono: “Dire di no a Conte per trovare altri nomi figli di strategie politiche, significa indebolire il Paese. Non vorremmo che fosse una scusa per tornare al voto. In tal caso Zingaretti e i suoi devono essere chiari”.
Poi i renziani sono usciti allo scoperto per chiedere un Conte-Bis, salvo poi assumere una posizione più ecumentica: Totale sostegno al segretario Zingaretti, sia che dica sì a Conte, sia che dica no”.

E’ quanto affermano fonti qualificate renziane, commentando quanto emerso dopo la nuova telefonata tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti.

Le stesse fonti sottolineano il “compiacimento per aver dato l’assist che ha messo in difficoltà Salvini” ed evitato la corsa al voto. Ora però, ribadiscono, “il gol lo segna Zingaretti e da noi ha totale sostegno”.
Le resistenze del Pd
Conte no. Perché serve discontinuità e lui è pur sempre il premier che ha avallato le peggiori scelte della Lega senza mai sollevare obiezioni se non – in parte – negli ultimi due mesi.
Invece M5s potrebbe esprimere un premier. Un premier vero, in sintonia con questa nuova fase perché (va aggiunto) non si può essere buoni per tutte le stagioni.
E questo premier potrebbe essere Roberto Fico, l’attuale presidente della Camera.
Stando a quanto filtra da ambienti del Zingaretti avrebbe fatto un’importante apertura: “”Se ci propongono Fico non diciamo di no”.
Una considerazione fatta nel corso della riunione dei big del pd Zingaretti si sarebbe confrontato con i suoi, dopo un lungo vertice a casa Zanda, di tutti i big del Pd, da Gentiloni a Minniti a Franceschini, dopo che il premier ha finito di parlare a Biarritz: “Stanno ancora giocando – avrebbe detto Zingaretti – e traccheggiando. Per noi il no a Conte non è negoziabile. È chiaro che ci avanzassero la proposta di Fico, non potremmo dire di no”.

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Fico si chiama fuori dalla corsa

“Roberto Fico ricopre l’incarico di presidente della Camera dei deputati e intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo”. Lo affermano stamane fonti di Montecitorio.

Conte chiude con la Lega
Intanto Conte ha chiuso ogni spiraglio a Salvini. “Quella con la Lega è un’esperienza politica che io non rinnego ma è una stagione politica chiusa che non si potrà riaprire più per quanto mi riguarda”.
Il premier dimissionario Giuseppe Conte ha dunque rotto un silenzio che durava da giorni per mettere il turbo all’alleanza fra Pd e M5s. Il suo messaggio è chiaro: sono disponibile a un Conte bis, ma bisogna chiudere definitivamente la porta a Salvini. “Mi auguro non esista l’ipotesi del doppio forno”, ha ribadito Zingaretti che si è quindi detto “fiducioso” sull’esito del confronto. “Lavoriamo – ha aggiunto – per trovare una soluzione che rispetti il mandato della direzione del Pd”. Da parte sua, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il pentastellato Vito Crimi, ha ripetuto che “Conte rappresenta una garanzia per i cittadini. Mi auguro che Zingaretti superi le lacerazioni nel suo partito”.
Il cerchio quindi non è chiuso perché Conte non vuole la Lega, ma il segretario Dem non vuole Conte, che viene invece sostenuto da Luigi Di Maio. Manca ancora la quadra ma il tentativo di accordo sembra prendere corpo.
La scadenza indicata dal Colle però si avvicina. Il presidente Mattarella è stato netto: martedì vuole risposte chiare. E soprattutto vuole un nome per dare l’incarico. Poi potrebbe concedere un altro po’ di tempo per permettere all’incaricato di formare la squadra di governo.
Ma le dichiarazioni ufficiali dei leader di partito sono tute viziate dal tatticismo. Il lavoro vero per trovare l’accordo prosegue sotto traccia. Difficile che salti tutto solo per un nome. Saranno giorni di rilanci, di richieste che servono anche a testare le intenzioni dell’avversario.
Intanto, dalla corsa a Palazzo Chigi si è sfilata la vicepresidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, tirata in ballo da alcune ricostruzioni giornalistiche: “Intendo portare a compimento l’incarico alla Corte costituzionale, che si concluderà nel settembre 2020”.

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