"L'Autonomia è una secessione mascherata": crescono le proteste dentro M5s
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"L'Autonomia è una secessione mascherata": crescono le proteste dentro M5s

Aumentano i dissensi per l'Autonomia all'interno del Movimento 5 stelle.

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15 Febbraio 2019 - 15.33


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Mentre procede il discorso sull’Autonomia, cresce il fronte dei dissidenti tra le fila del Movimento 5 stelle.
Alessandro Amitrano, segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera, in un’intervista a Mattina 9, il morning show in onda su Canale 9, ha detto: “Sono contrario al progetto sull’autonomia differenziata nella versione attuale: allo stato voterei contro. Non sono contrario al principio dell’autonomia ma bisogna tutelare anche le altre regioni e dare livelli essenziali delle prestazioni. Nessuna regione deve andare al di sotto di una determinata soglia di un livello di prestazione”.
“All’interno del Movimento c’è un’ampia discussione sul tema e speriamo di non dover arrivare al voto contro. Ma se il progetto resta così – ha continuato Amitrano – saremmo sicuramente in tanti a intraprendere questa direzione. Siamo d’accordo sulle autonomie, anche per il Sud, ma devono essere garantiti livelli minimi per tutti”.
“L’Autonomia non fa altro che accentuare le differenze tra Nord e Sud”
Leonardo Aldo Penna, deputato del M5s, scrive su Facebook: “L’autonomia differenziata, che sta appassionando le cronache di questi giorni, invece di costituire una nuova opportunità per le Regioni che si incamminano sulla strada di una nuova autonomia, può costituire un profondo vulnus dell’eguaglianza tra i cittadini delle diverse regioni”.
Penna continua a parlare dei problemi che comportrebbe l’Autonomia, e prende d’esempio la sanità: “Con l’attribuzione di ulteriori competenze e risorse, dovute al meccanismo del residuo fiscale, alle regioni che hanno richiesto l’autonomia, si accrescerebbe la profonda disuguaglianza su un aspetto così delicato come l’accesso alle cure, spezzando quell’unità che il Servizio Sanitario Nazionale, istituito quarant’anni fa, ha garantito a tutti gli italiani, a prescindere dalla loro residenza. Vi sono competenze le cui attribuzioni non ledono i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione, ma se le nuove competenze – come sostiene il professor Ainis – rompono l’eguale trattamento dei diritti fondamentali, allora quelle competenze non vanno attribuite. Chi pensa, attraverso l’autonomia differenziata, di modernizzare lo Stato, in realtà non fa altro che accentuare le differenze tra Nord e Sud, che caratterizzano l’Italia dall’Unità ad oggi”, conclude.

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