Quando Rita Levi Montalcini replicò agli insulti di Francesco Storace
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Quando Rita Levi Montalcini replicò agli insulti di Francesco Storace

L'allora candidato di Berlusconi alla Regione Lazio inviò due stampelle alla senatrice a vita. Pubblichiamo la sua risposta alle provocazioni.

Rita Levi Montalcini
Rita Levi Montalcini
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30 Dicembre 2018 - 18.34


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Proprio mentre l’Italia rende omaggio alla grande scienziata Rita Levi-Montalcini, ricordiamo il gesto di  Francesco Storace che inviò due stampelle alla senatrice a vita perché sosteneva il governo Prodi, andando a votare al Senato.

Secondo l’estremista di destra non ne avrebbe avuto il diritto.

Abbiamo ritrovato la bella risposta della Professoressa e ve la riproponiamo anche perché tutti si rendano conto che ci sono modi diversi, molto diversi, di essere italiani e di stare al mondo.

«Caro Direttore, ho letto che Storace vorrebbe consegnarmi, portandomele direttamente a casa, un paio di stampelle.
Vorrei esporre alcune considerazioni in merito. Io sottoscritta, in pieno possesso delle mie facoltà mentali e fisiche, continuo la mia attività scientifica e sociale del tutto indifferente agli ignobili attacchi rivoltimi da alcuni settori del Parlamento italiano. In qualità di senatore a vita e in base all’articolo 59 della Costituzione Italiana espleterò le mie funzioni di voto fino a che il Parlamento non deciderà di apporre relative modifiche. Pertanto esercito tale diritto secondo la mia piena coscienza e coerenza.
Mi rivolgo a chi ha lanciato l’idea di farmi pervenire le stampelle per sostenere la mia “deambulazione” e quella dell’attuale Governo, per precisare che non vi è alcun bisogno. Desidero inoltre fare presente che non possiedo “i miliardi”, dato che ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza.
A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse “facoltà”, mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria».

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