"Le donne a volte provocano la violenza degli uomini". Ecco chi candida Forza Italia
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"Le donne a volte provocano la violenza degli uomini". Ecco chi candida Forza Italia

La tarantina Maria Francavilla scatena la polemica sui social e la reazione dei movimenti contro la violenza sulle donne

Maria Francavilla
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28 Febbraio 2018 - 18.15


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“Credo io sia stata una delle poche ad avere il coraggio di dire che noi donne a volte provochiamo la violenza negli uomini e quindi è un tema da affrontare veramente con serietà”. È la dichiarazione rilasciata all’emittente televisiva Studio 100 di Taranto da Maria Francavilla, moglie del presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, candidata al Senato per queste Politiche 2018, in quota Forza Italia, per il centrodestra nel collegio uninominale Puglia 7, che ha scatenato un putiferio soprattutto sui social network e provocato la reazione indignata di alcune associazioni come “Non una di meno”.

Si tratta di una frase pronunciata a margine di un dibattito scaturito dalla presentazione del libro “50 Sfumature di Violenza. Femminicidio e maschicidio in Italia” di Barbara Benedettelli. A prendere posizione è stato anche il consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle, Massimo Battista, che in un post su Facebook si “scusa con tutte le donne per le affermazioni rilasciate da un candidato al Senato della Repubblica”. E sempre attraverso il social network Maria Francavilla precisa: “È stato ripreso il mio intervento mentre citavo le parole della Benedettelli come può confermare chi ha visto l’intervento integrale. La mia storia – aggiunge – racconta di una donna, madre e moglie che ha fatto il suo percorso, da oltre 30 anni lavoro nella pubblica amministrazione senza aver rinunciato alla famiglia e all’essere donna. Dispiace che una parte di sinistra radical chic faccia polemiche così false e che non hanno attinenza alla realtà”.

Di diverso avviso è il gruppo “Non una di meno Taranto”, secondo il quale – spiega oggi in una nota – “la gravità delle sue affermazioni e la narrazione tossica che ne deriva rappresentano il terreno fertile per una cultura maschilista e machista che giustifica in qualche modo la violenza nei confronti delle donne, mettendo le vittime sotto giudizio. Non ci sono minigonne, atteggiamenti, sguardi o parole che giustifichino la violenza. Solo su una cosa possiamo dare ragione alla candidata: la violenza di genere è un tema da affrontare con serietà. Quindi è meglio che lei non metta più bocca a riguardo. L’8 marzo – conclude il movimento – invaderemo le strade di Taranto con i nostri corpi anche per ribadire che peggio della violenza in sé c’è solo la giustificazione della violenza stessa”.

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