Il numero uno della Fiom Cgil, Maurizio Landini, continua a puntare il dito contro il governo: “Non entro in politica. Ma faccio politica. Eccome se la faccio. Portando avanti dalle piazze, da dentro la Fiom, un nuovo modello sociale. Mettendo insieme tutti quelli che per vivere devono lavorare. Proponendo al Governo più sordo di sempre misure alternative. Un Governo che perde consenso, mentre cresce quello intorno alla Fiom e alla Cgil”.
Landini ha ribadito di non voler scendere in politica: “Sono sei anni che lo dico. Loro sono abituati a non dire la verità, io no. C’è un vuoto da riempire, lo faccia qualcun altro”.
A proposito del Jobs Act, il segretario della Fiom ha dichiarato quello che secondo lui non va: “La cancellazione dello Statuto dei lavoratori. Sostituire il reintegro con una mancia, rendere possibile il demansionamento e il controllo a distanza vuol dire cancellare i diritti”.
Secondo lui il sindacato non è conservatore (“Noi ci siamo sempre battuti perché i diritti venissero estesi a tutti, e per evitare che la precarietà diventasse una condizione di lavoro e di vita”) e soprattutto la Fiom non sciopera contro: “Abbiamo proposte chiare: vogliamo estendere lo Statuto dei lavoratori a tutti. I contratti devono ridursi da 46 a 5, i minimi salariali, l’orario, la malattia, la maternità, devono essere garantiti a tutti. A partita’ di lavoro ci deve essere parità di diritti e di salario”.
E ancora: “Cassa integrazione ordinaria e straordinaria devono valere per tutti- ha proseguito- con un contributo a carico di tutte le aziende. Serve poi una forma di tutela del reddito più ampia, che sostituisca l’indennità di disoccupazione. E bisogna cambiare la legge sugli appalti, che è il vero cancro dell’Italia”.
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