La Kyenge dopo gli insulti: non si usi il disagio in campagna elettorale
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La Kyenge dopo gli insulti: non si usi il disagio in campagna elettorale

Il ministro dell'Integrazione, duramente contestato a Brescia, parla di come alcuni partiti provino a strumentalizzare la paura della gente.

La Kyenge dopo gli insulti: non si usi il disagio in campagna elettorale
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12 Gennaio 2014 - 10.45


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Dopo le tensioni e gli insulti durante la sua visita a Brescia, il ministro all’Integrazione, Cècile Kyenge dice di «non avere paura» in un’intervistata dall’Unità. Per il ministro «e» chiaro che una manifestazione arrivata fino allo scontro e alla minaccia all’ordine pubblico è senz’altro indice di un certo disagio. Il problema vero è che alcuni partiti ed esponenti politici hanno deciso di cavalcare questo disagio, fomentando e strumentalizzando le paure della gente per farne una campagna elettorale. E tutto ciò non è più tollerabile«.

Da coloro che sono »nelle istituzioni si deve pretendere un linguaggio e un metodo democratico«, altrimenti »divento io oggetto di una campagna elettorale permanente e il populismo prende il sopravvento«. E aggiunge: »Credo però che serva un maggior senso di responsabilità delle forze politiche. Io non ho mai evitato il confronto anche con chi ha idee opposte alle mie, tutto è possibile nel rispetto e nel riconoscimento reciproco. Qui però si è passato un limite«. Ma Kyenge assicura che non si farà intimidire, »perchè sto portando avanti idee che aiutano l’Italia a progredire attraverso politiche di integrazione e accoglienza che porteranno sviluppo e civiltà. La società italiana – sottolinea – sta cambiando rapidamente, chi si oppone a ciò che sta avvenendo non aiuta a costruire il futuro«.

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