Stabilità: Letta ha la fiducia con 171 sì
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Stabilità: Letta ha la fiducia con 171 sì

L'approvazione è arrivata in nottata con 135 no. Il passaggio segna una fase importante, con l'uscita dalla maggioranza di Forza Italia, che aveva tanto voluto le larghe intese.

Stabilità: Letta ha la fiducia con 171 sì
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27 Novembre 2013 - 08.57


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Il Senato ha votato la fiducia posta dal governo sulla legge di Stabilità. Sono stati 171 i sì nel voto di fiducia posta dal governo sulla legge di stabilità in Senato. I no sono stati 135. Per ottenere la fiducia ne sarebbero bastati 154.

Questa mattina è previsto il voto finale del Senato sui provvedimenti di Bilancio dello Stato. Il Consiglio dei ministri è stato convocato alle 8,30, dopo di che si riunirà di nuovo l’aula del Senato per il voto sulla Nota e sul Bilancio dello Stato.

Forza Italia all’opposizione – Come annunciato ieri durante una conferenza stampa Forza Italia è passata all’opposizione voltando le spalle al governo Letta. “Non ci sono più le condizioni” perchè Forza Italia “stia in maggioranza”, ha detto il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, assieme al collega della Camera, Renato Brunetta. Della decisione sono stati messi al corrente sia Napolitano che Letta.

“La necessità di verificare la sussistenza di una maggioranza a sostegno dell’attuale governo sarà soddisfatta in brevissimo tempo durante la seduta in corso al Senato con la discussione e la votazione sulla già posta questione di fiducia”. Lo sottolinea una nota del Quirinale diffusa al termine di un incontro tra Napolitano e Letta.

Senza il partito di Berlusconi nella maggioranza, il premier Enrico Letta vede una maggior “chiarezza” politica, con la fine del tiro a segno quotidiano sull’esecutivo e sul ministro Saccomanni da parte dei “falchi” come Renato Brunetta. L’altra scommessa di Letta e del governo dipende dai contenuti della legge di stabilità che dovrebbe favorire la ripresa dell’economia nel 2014, anche grazie ad alcune misure innovative inserite all’ultimo nel provvedimento, mentre Letta ne profila altre nel passaggio alla Camera. L’approvazione della legge di stabilità da parte del Senato è avvenuta in un clima convulso.

Il testo e il maxi-emendamento – La commissione Bilancio non è riuscita a completarne l’esame e alle tre della notte fra lunedì e martedì ha gettato la spugna. Il governo intendeva porre la fiducia sul testo approvato dalla Commissione e così si è trovato spiazzato. E’ stato così presentato un maxi-emendamento che ha recepito tutte le modifiche votate in Commissione, più gli emendamenti presentati ma non votati dal governo e dai relatori, Giorgio Santini e Antonio D’Alì. Il testo è stato evidentemente steso in fretta e furia visto che presentava errori anche materiali che hanno ritardato poi i lavori d’aula, provocando la polemica politica delle opposizioni.

Fra queste ultime per la prima volta ufficialmente è stata annoverata Forza Italia, dopo che lo era stata solo a livello di dichiarazioni polemiche da parte dei “falchi” nelle settimane scorse. Di qui il commento di Letta che questo passaggio ha almeno fatto “chiarezza” e ha reso il governo più forte. Certo tutta questa chiarezza forse non viene percepita dall’esterno, tanto è vero che il presidente della Commissione europea Barroso ha telefonato a Berlusconi per convincerlo a votare per il governo. Cosa che non è avvenuta e a tarda sera i senatori di Forza Italia non hanno votato la fiducia. Nonostante le polemiche proprio di Forza Italia e le accuse di aver varato una manovra di tasse, il governo è convinto che il provvedimento avrà un impatto positivo.

Il taglio del cuneo fiscale porterà detrazioni ai redditi fino a 35mila; la Iuc, la nuova imposta sugli immobili, esenterà chi non ha pagato l’Imu nel 2012; inoltre sono state inserite alcune misure innovative come una sperimentazione in alcune aree metropolitane del reddito minimo di inserimento, finanziato da un contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro. Letta spera non solo in un impatto positivo sull’economia reale, ma anche in un apprezzamento dell’opinione pubblica. Tanto più dopo l’apertura da lui fatta: destinare tutti i tagli della spending review del 2014 al taglio delle tasse delle famiglie. Una misura da inserire nel passaggio alla Camera.

Addio spiagge, scomparse dal maxiemendamento – Nessuna traccia delle spiagge nel maxiemendamento alla legge di Stabilità. Secondo fonti di governo, nell’ultimo testo non si farebbe alcun riferimento alle questioni balneari.

Iuc, detrazioni casa e imprese a 700 mln – Il governo mette sul piatto altri 200 milioni di euro per la deducibilità ai fini Ires dei capannoni industriali, da aggiungere ai 500 milioni di detrazioni per la prima casa, per un totale di 700 milioni, ha annunciato Legnini.

Fassina: contrastiamo la povertà – Nel maxiemendamento alla Legge di Stabilità “vi è un importante intervento, seppur sperimentale, per il contrasto alla povertà: l’introduzione di un reddito minimo”. Lo ha detto nell’aula del Senato il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, nell’ufficializzare la richiesta della fiducia. Il reddito minimo sarà finanziato abbassando da 150mila a 90mila euro la soglia delle pensioni d’oro da cui attingere per il contributo di solidarietà. Il nuovo strumento di welfare sarà introdotto inizialmente nelle “grandi aree metropolitane”.


Giovannini: “Contro la povertà 120 mln in 3 anni”
– Per il sostegno di inclusione sociale (Sia) saranno previsti 40 milioni l’anno per i prossimi tre anni. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, esprimendo “grande soddisfazione” per il via libera all’emendamento per il quale il ministro si è “molto battuto”.

Legnini: “Dai partiti soldi per le calamità naturali” – I risparmi ottenuti dalla riduzione del finanziamento pubblico ai partiti andranno alle Regioni colpite da calamità naturali. Lo ha riferito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini. Le risorse ammontano a 68 milioni di euro.

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