Non solo la politica corrompe e disgrega
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Non solo la politica corrompe e disgrega

Il malaffare nel nostro Paese non riguarda solo chi si trova sul ponte di comando, nel Palazzo. Gli interessi di bottega sono più diffusi di quel che si pensi. [Nuccio Fava]

Non solo la politica corrompe e disgrega
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24 Ottobre 2013 - 18.37


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di Nuccio Fava

Non mi sorprende più da tempo l’attenzione che i lettori dedicano ai fatti della cronaca, saltando spesso del tutto editoriali ed elucubrazioni dei commentatori delle vicende politiche nazionali. Di sicuro raccontare la politica è meno facile che occuparsi di cronaca dovendo imbarcarsi nelle sofisticate letture di manovre e labirinti di dichiarazioni contro dichiarazioni, repliche e rettifiche che non chiariscono un bel niente e spesso finiscono per confondere maggiormente le idee. Ho osservato spesso anche nei bar attrezzati di più quotidiani che la politica viene semplicemente saltata di brutto e, oltre ai quotidiani sportivi che risultano i più letti, solo i fatti di cronaca ricevono attenzione e sono anche discussi.

Il fenomeno è generale ma lo si coglie più facilmente nei piccoli centri di provincia con le gazzette locali che hanno nella cronaca il punto di forza, mentre le pagine cosiddette nazionali sono quasi di contorno e presenti forse per ragioni di prestigio. Il fenomeno non è forse nuovo ma desta preoccupazione perché segnala il distacco crescente dalla politica, l’essere diventata un pianeta irraggiungibile e misterioso.

La politica finisce per essere considerata riservata solo a gruppi ristretti, ad addetti ai lavori e mestieranti di ogni genere che in fondo si dedicherebbero all’impegno politico solo per trarne vantaggio e profitto personale. C’è ovviamente quanto meno una impostazione parziale e inadeguata ma da tempo ormai la politica italiana non riesce a darsi un migliore assetto. Tuttavia è nella stessa vita sociale che i fenomeni denunciati per la politica valgono e si evidenziano come problemi angosciosi racchiusi all’interno di paesi e città, di famiglie e aziende, di università, comuni e provincie, delle stesse parrocchie e del mondo delle associazioni.

Non è tutto così nero però e grazie a Dio sono presenti anche controspinte positive che vedono protagonisti gruppi e movimenti che si dedicano generosamente ad alleviare e contrastare il male, spesso con modalità discrete che operano senza fare rumore e senza riflettori ma non per questo meno efficaci e incisivi. Resta il dato di fondo che la contrapposizione tra Stato, politica e società con una presunta società civile che conterrebbe tutto il bene mentre Stato e politica conterrebbero tutto il male e il negativo vanno lette con forte senso critico e senza superficiali schematizzazioni.

Anche perché basta scorrere le cronache di una qualunque giornata dell’Italia cosiddetta minore per cogliere fatti ed episodi di violenza, corruzione e mal costume non qualitativamente diversi da quelli che emergono sul piano nazionale. In particolare è sconcertante la presenza diffusa della violenza, a cominciare da quella che si registra ogni giorno sulle strade, non solo il sabato sera, o delitti efferati e incomprensibili e che spesso si accaniscono contro donne che hanno già subito la violenza di convivenze impossibili e lo stillicidio di offese senza fine.

Analogo ragionamento può farsi ad esempio per i problemi della tutela del paesaggio e dell’ambiente o dell’evasione fiscale e dello smaltimento dei rifiuti. Alle responsabilità e carenze dell’amministrazione e della politica fanno riscontro analoghe e non minori responsabilità di singoli cittadini, di amministrazioni locali e regionali, di logiche secondo le quali la colpa è sempre dell’altro e tutto non può che essere dominato dal solo criterio del vantaggio personale e di gruppo. L’interesse generale e il bene comune vanno tranquillamente sacrificati all’egoismo dei più forti e degli interessi di bottega. Ecco perché è questa logica perversa, che rischia di essere sempre più devastante, che deve essere combattuta e sconfitta nella politica come in ogni campo della società. Altrimenti tutto è destinato a peggiorare e corrompersi.

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